giovedì 31 dicembre 2009

Regali


Se penso al momento in cui un bambino viene al mondo non posso non domandarmi da cosa sarà composto il misterioso bagaglio che lo ha condotto fin qui, il bagaglio con cui potrà e dovrà affrontare la vita. E' così che me la immagino, una valigia di cartone, niente di troppo romantico, ma contenente tutti gli ingranaggi che un domani, vicino e lontano, userà come pezzi di un puzzle, certo starà a lui farne l'uso migliore magari, diciamo anche scegliere il momento giusto, ma i mezzi a sua disposizione rimangono quelli in qualunque modo si guardi la valigia e per quanto la si frughi. Ovviamente se sapessi spiegare secondo quale logica la valigia venga riempita non sarei qua a farmi domande ma da qualche altra parte a me estranea, appunto, a dare risposte. Probabilmente quando si nasce in un posto pieno di benessere al punto da regredire per colpa di questo, come ritengo sia il nostro Paese, non si tiene conto del fatto che nella nostra valigia vi era evidentemente una cartina che ci ha destinati qui piuttosto che in Africa o in qualche altro continente, lo si da per scontato. Sono cresciuta in una famiglia religiosa e devo dire che nonostante questo ho un modo tutto mio di vivere la mia religiosità, Credo e senza questo appiglio non potrei vivere, è parte della mia quotidianeità, ma tutto ciò che è stato toccato da mano umana e sporcato in questo senso non mi coinvolge minimamente nè lo farà mai, chiesa, preti, suore, il benessere all'ennnesima potenza che sulla base di princìpi vincolati dall'uomo e contronatura parla di povertà, di difficoltà, di cose di cui non conosce neppure la forma, categoria che si intromette in ciò che non gli riguarda, che giudica il sesso tra due persone una cosa sporca perchè non sia mai che un prete se lo tocchi con le mani quando va al bagno ma poi che usi pure i soldi dello stato per vivere nell'agio! Bè onestamente preferirei che avesse una compagna a cui voler bene e con cui fare l'amore e magari gli stessi problemi di un padre di famiglia da affrontare piuttosto che la Papa-mobile o anelli da 50 kg al dito, e che usasse il fiato per respirare mentre cammina tra gli ammalati invece che per parlare e negare a due persone innamorate di sposarsi in quanto lui è paraplegico e non possono mettere al mondo figli visto che quello sarebbe l'unico scopo del matrimonio, mettere al mondo un'altra anima innocente che un domani magari proverà la stessa repulzione che provo io in questo momento ascoltando certe affermazioni, quello sarebbe lo scopo! Non so quanto la mia religiosità intesa come cosa distaccata da tutto ciò abbia influito sullo sguardo con cui osservo la mia valigia di cartone, ma devo dire che mi sono sempre sentita una privilegiata per alucni versi. La mia cartina geografica la vedo avvolta da un nastro rosso, il dono di essere il frutto di un gesto d'amore tra due persone che ancora si amano, di essere nata in una famiglia agiata, in un paese che ha permesso ha chi mi ha concepito di costruire con fatica quello che mi è stato donato. Quando vado in bagno e frugo tra i barattoli dei prodotti accumulati vedo benessere, quando esco e accendo la macchina senza preoccuparmi della lancetta che segna rosso vedo ricchezza, quando cucino una minestrina per i miei cari che stanno male vedo un mio scopo in questa casa, quando guardo e vedo mi sento privelegiata, quando cammino e mi muovo, quando alzo il telefono e ho qualcuno da chiamare mi sento meno sola, quando vado in bagno, bevo, mangio e mi vesto da sola mi sento molto più fortunata di tante persone che devono ricorrere ad altri, magari anche a me, per farlo. In questo ultimo anno ho imparato ancora di più a non dare per scontato tutto questo e non per buonismo o perchè sono una benpensante, ma perchè forse ho visto un pò sulla mia pelle quanto ci voglia poco per mettere a repentaglio l'equilibrio di queste cose. Ovviamente la vita non è una festa costante durante la quale inneggiare a quanto ci è stato donato, la nostra valigia per quanto ricca è comunque un contenitore limitato, ne consegue che non ho mai pensato che qualcosa in più mi sarebbe stato regalato e gli avvenimenti nel loro susseguirsi non hanno smentito la mia idea. Ho un corpo sano, ma non sono tra quelle per me extraterrene che hanno trovato nella loro valigia una qualche pozione magica a me estranea che gli permette di mantenere una taglia 38 pur pasteggiando a burro, arachidi e birra e facendo come massima attività sportiva lo sforzo di tirare i dadi del monopoli! Rendere il mio corpo armonioso e mantenerlo in salute ha sempre richiesto il mio impegno e ogni distrazione è stata pagata più di quanto sia stato ricompensato ogni sforzo. Ho una mente che lavora, anche troppo a volte (!) ma posso divorare un libro in una sera ed essere ancora affamata dopo. Ho cimeli di studi portati a termine egregiamente, ma sono sicura che se tornassi a trovare qualcuno nessuno si ricorderebbe di me, perchè purtroppo la mia indole non mi ha mai fatto conquistare niente col sorrisetto o la battutina ma sempre con le mie capacità anonimamente brillanti. Non mi sono mai aspettata un trattamento diverso da questo: mi impegno-dimostro-allora ottengo. Ma forse nella valigia qualcuno si è scordato di inserire un cuore di pietra da indossare in caso di necessità, o uno scudo, o peggio una dose di inclinazione al compromesso, perchè qualcuno dovrebbe segnarlo sulla cartina che questo è il paese della corruzione e a un certo punto la tua buona volontà non sarà più sufficente, ti verrà richiesto altro e per te sarà incomprensibile fino a quando non ci sbatterai il muso e la botta sarà così forte che ti si spezzerà il cuore e la mente si annebbierà chiedendosi dove sia finito il sereno! Voglio che venga scritto sul cartellone di confine tutto questo, una bella foto esplicativa: quello che avviene quando nasci dovrà avvenire di nuovo fra un pò di anni, quando il pannolino non lo indosserai più e non ci sarà un'ostetrica a tenerti tra le braccia, ma due pacche sul culo allora sì che ti saranno indispensabili! Nemmeno Freud sarebbe arrivato a tale simbolismo, ma la melma in cui galleggiamo in questo Paese per fortuna che l'ha fatto notare! Non ho mai pensato che nè per me nè per le pochissime persone meravigliosamente in gamba che ho modo di avere accanto ci fosse un usciere vestito di rosso pronto ad aprire una porta dorata per farci attraversare un tappeto di velluto e raggiungere il lavoro dei nostri sogni, non sono una sciocca, ma non avrei mai pensato di vedere o di assumere l'espressione della disperazione, gli occhi gonfi di speranza e le mani giunte in preghiera per cercare di avere, come fosse briciola per gli affamati, un 1% di quello che l'impegno profuso dovrebbe garantire! Non sono una sciocca, e giuro che in molti momenti avrei voluto esserlo (!) ma non sono nemmeno cieca, sarei pronta a tirare su le maniche per compensare a ciò che manca per far si che quella porta si apra, anche senza tappeto e senza usciere e non solo per me stessa, ma quando quello che viene richiesto in più è melma che cosa si deve fare, accettare di bere il bicchiere di fango? Cercare invano di cambiare le cose? Lottare contro i mulini a vento? Adattarsi al sistema? Cosa? Voglio reclamare perchè nella mia valigia manca la risposta a questo ed è rimasta solo la lama tagliente di quel coltello il cui manico è stato messo in mano ad altri senza alcuna logica apparente, allora forse è così che avviene, è così che io sono nata qui e qualcun altro che adesso avrebbe avuto la mia stessa età ora è altrove perchè nato in un posto meno fortunato, senza una logica! Non mi sono mai aspettata regali e ho sempre pensato di essere una privilegiata nel poter tutto sommato aggiungere da sola qualcosa alla mia valigia, ma nella melma anche il cartone si rovina e rovinare quello che di meraviglioso potrebbe nascere da ciò che ci è stato donato è un peccato tanto grande quanto la desolazione che nasce dalla sola speranza che sia vero che dal letame nascono i fiori perchè allora chissà che davvero un giorno ci affacceremo su una immensa distesa di colori visto che nel nostro meravilgioso Paese il concime certo non manca!

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