giovedì 31 dicembre 2009

Calamita


C. ha 30 anni, arrivato a questa vereconda età contro le aspettative di tutti, vive con i genitori anziani e ha imparato ormai ad essere autonomo per un sacco di cose davvero: rifare il letto, sparecchiare la tavola, lavare i piatti, pulire per terra, aggiustare la coperta del letto, piegare l'unica tuta che accetta di utilizzare come pigiama, ripulire il bagno dopo averlo usato così da permettere a chi viene dopo di farne uso senza problemi. Ha imparato ad usare la televisione, lo stereo e il lettore dvd. Sa allacciarsi le scarpe da solo, sa attraversare la strada al semaforo, sa salire sul pulman che lo riporta a casa. Non ama molto disegnare, adora invece ballare. C. ha dei profondi occhi scuri e dei folti capelli neri. C. non ama il contatto con le persone, si avvicina solo quando vuole lui e come dice lui. E' affettuoso, spiritoso, divertente e quando non c'è se ne sente fortemente la mancanza. C. ha una forma di psicosi detta sindrome della x fragile. C. adora i film e ha una collezione di dvd da fare invidia a Blockbuster! Quando C. guarda un film rimane colpito principalmente da determinate cose: le scarpe, le calze, i capelli, le sigarette, le porte. E questa è solo una delle tantissime cose che rende C. molto meno "diverso" di quanto l'ignoranza di tanti primi della classe vorrebbero invece farlo sentire. Ognuno di noi, consapevolmente o meno, in ogni circostanza della propra vita, rimane colpito da qualcosa che per svariate ragioni sente vicino al proprio mondo. Quante e quali possano essere queste cose non ci è dato saperlo, se non nel momento stesso in cui suscitano in noi un'emozione. Quanti siano i prodotti tra televisione e cinema che possono avere come unico scopo quello di accarezzare la parte più infantile e adolescenziale del nostro essere è impossibile a dirsi vista la prolifica produzione. La linea di demarcazione della demenzialità è sempre meno spessa, non voglio comunque dilungarmi in una scontata arringa contro i programmi spazzatura, ritengo infatti che tutto possa essere visto e valutato, l'importante è farlo con senso critico e con la mente sempre aperta, aperta in modo attivo e non aperta per essere riempita. I telefilm adolescenziali penso che non mi stuferanno neppure tra vent'anni! E che ci posso fare?! Suona la sveglia, lei si alza, indossa un pigiama in seta con le spalline (che ti fa nascere il senso di colpa per il pigiamone in pile con gli orsacchiotti che indossi tu fino a primavera!) si reca in bagno e pettina i capelli che ovviamente sono già composti e setosi, apre la doccia e dopo pochissimo è già pronta per il trucco (niente ore di fono, vetri appannati, piastre che fumano), con un tocco di rimmel e fondotinta ha un trucco da favola che resterà così tutto il giorno, indossa un vestitino carinissimo (che tu vedendonolo non riesci a pensare a nessuna occasione su questo pianeta che ti consentirebbe di indossarlo senza dare nell'occhio o essere derisa) prende la macchina e arriva a lavoro o a scuola, all'università, non è importante. Arrivata raggiunge la sua comitiva di circa dieci persone, tra queste ovviamente il più figo è il suo ragazzo. Pranzano insieme con un sandwich (così calorico che ti domandi come possa il vestito non strapparglisi al primo morso). Il pomeriggio di solito sembra durare quella ventina di ore per cui lei riesce a: studiare, uscire con le amiche, preparare la cena per la sua famiglia, curarsi e farsi bella. La sera telefonata romantica e poi a letto. Chi sta pensando "E quindi? cosa vorresti dimostrare che i telefilm stampo americano non rispecchiano la realtà? che scoperta!" sbaglia di grosso. Non è questo il punto. Il punto è:cosa mi colpisce di tutto questo? Non le scarpe, i vestiti ... la tv, i telefilm sono fatti anche per sognare, sognare e non pensare che i capelli, il trucco non sono frutto di una ragazza ma di una troupe di truccatori, nè che i tempi non sono reali, sognare e immaginarsi in queste vesti ... e allora sogniamo ... che si spenga il cervello per un attimo ... che caschino gli scudi di difesa e che si dica: quello che mi colpisce di più di tutta questa immagine è la comitiva di amicizie che la ragazza raggiunge appena scesa dalla macchina. Le amiche che ci sono nei film e nei telefilm sono sempre meravigliose, di quelle che le chiami di notte e corrono e passano la nottata sul gradino davanti la porta di casa tua a parlare portando con sè gelato e birra, di quelle che se ti lasci col tuo ragazzo e sei nervosa e le mandi a quel paese ti piombano in casa con patatine e films perchè non potrebbero mai lasciarti sola quando sei triste, di quelle che ti accompagnano dal parrucchiere e fanno ore di fila con te, che ti suggeriscono sempre il vestito giusto, che non hanno mai impegni che non includano anche te, che ti mandano i messaggi per farti compagnia e ti fanno le telefonate, quelle amiche stile sex and the city: tacchi a spillo, uomini, locali, cibo, soldi, vestiti e un legame inossidabile, per sempre! Si sente spesso dire che oggi ormai internet non solo è parte integrante della vita delle persone ma spesso ne sostituisce quasi tristemente una parte, non raramente la parte dedita alla vita sociale. Non sta a me dire quanto questo avvenga nè se sia giusto o meno, ma si può affermare che queste persone non possono che guardare in modo sognante le scene da telefilm descritte sopra. Sono per ora contenta dell'equilibrio con cui virtuale e reale fanno parte della mia vita, ma sono altrettanto capace di empatìa verso quelle persone che incontrano spesso conoscenze non proprio idilliache, quelle che se devi fargli una telefonata devi prima prendere un appuntamento, che sono impegnatisssssime (e se poi le frequenti da vicino per un mesetto ti accorgi che non fanno niente di che e che sono solo disorganizzate e sole più di te) quelle che hanno sempre il cellulare o scarico, o in borsa o col credito a zero, una delle condizioni più irritanti al mondo! Quelle che poi un giorno di domenica quando sei a tavola con la tua famiglia e davvero potresti rispondere sono impegnata non disturbate, ti chiamano a casa (e ti domandi come abbiano fatto a ricordarsi il numero del tuo telefono fisso) per chiederti cose come "sono sulla strada statale 134 vicino ad un bivio nei pressi di una cittadina che confina con la città in cui si trova casa tua, ho il serbatoio al verde che ho dimenticato di fare benzina (per i troppi impegni dici nella tua testa) sai dove posso trovare un benzinaio che abbia però la benzina verde, senza piombo, per motore xxxhhykkk ultimo modello della sddvgjkio?" e quello che più di da fastidio in tutto questo non è lei, ma sei tu, perchè ti ha trovata, disponibile e subito reperibile, cosa che a te con lei non capita mai! Carrie Bradshaw questa gente non la incontra mai!!!!!!!! Mi domando allora, perchè C. viene colpito dalle scarpe, le calze, i capelli, le sigarette, e le porte quando guarda un film? Perchè sono forse spunti di cose che ritrova nella sua vita reale e che gli permettono di spaziare con la fantasia? Perchè fa un uso molto più intelligente del mezzo cinematografico e televisivo di quanto non ne facciano la maggior parte delle persone: sogna. E il sogno compensa le mancanze della nostra vita quotidiana. Quella vita in cui, in una folla di qualsiasi tipo, si ha la capacità di attirare a sè, come una calamita, proprio quelle persone che potranno con la loro presenza alimentare il seme dell'assenza e ci porteranno a sognare davanti a uno schermo un rapporto di complicità e amicizia vera talmente raro da accarezzare la parte più adolescenziale di ognuno di noi.

Patate e Salsicce


Alimentazione equilibrata ed attività fisica, il dogma della vita sana! Ovunque, in qualsiasi periodo dell'anno, vi sono le condizioni per esortare alla conduzione di una vita controllata e corretta: a Settembre per la ripresa delle attività lavorative, a Gennaio con l'anno nuovo dopo gli stravizi delle festività, ad Aprile dopo la cioccolata delle uova di Pasqua, a Giugno quando la prova costume è alle porte, ad Agosto quando bere tanto è non solo utile ma anche indispensabile e la frutta è più buona! La frutta, la verdura, l'acqua, le amiche di tutte noi, cose così semplici e comuni che contengono il segreto per la nostra salute! Aggiungerci poi una camminata di mezz'ora al giorno, magari all'aria aperta con un paio di scarpe comode è l'ideale, un piccolo sacrificio per un risultato che merita e che alleggerisce il corpo e lo spirito! Al giorno d'oggi poi se proprio non si dovesse trovare il tempo per una camminata all'aperto o se la vita in città dovesse ostacolare la voglia di jogging allora si puà trasformare la propria camera in una palestra, comprare un attrezzo da riporre sotto al letto e tirare fuori solo al bisogno, ci viene spedito, montato e preparato solo per la nostra salute, perchè la salute è una cosa preziosa e questa è una cosa innegabile. Ho letto una volta i pensieri di un ex obeso che era riuscito con anni di sacrifici a dimagrire, come tutte le cose che richiedono un percorso lungo alla fine in qualche modo ci si dimentica di alcune sensazioni e si finisce col trasformarsi in quei soggetti che prima ci irritavano, questa persona affermava così che se passi tutta la giornata a mangiare e davanti al televisore, bè allora Te Lo Meriti di non essere sano! Onestamente non sono d'accordo nemmeno lontanamente. Non so secondo quale princìpio si possa stabilire chi merita di essere in salute oppure no. Oggi come oggi la magrezza è associata così tanto al concetto di bellezza e salute che quando ci si inizia a riprendere da una brutta influenza o da qualcosa che ci ha constipati quasi quasi si desidererebbe mantenere quel cammino di equilibrio ritrovato e di depurazione dato dal vomito e dalla dissenteria che magari ci hanno fatto il favore di farci visita scavando le guance paffute e sgonfiando la pancia e fianchi rigonfi. Si torna a lavoro e si ricevono complimenti, complimenti per come si sta Meglio adesso che un virus ci ha consumati un pò. Ritengo che la salute non possa essere descritta e che il concetto di vita sana sia molto più ampio di quanto non possano descrivere i cibi mangiati e lo sport affettuato. Con questo non voglio giustificare nè difendere un comportamento irrispettoso del proprio corpo, assolutamente, ma penso che non si possano emettere sentenze riguardo ad un meccanismo che a mio parere, come tutte le dinamiche decisive della vita di ognuno di noi, non segue nessuna logica a noi comprensibile. L'ignoranza è una delle cose più difficili contro cui combattere, crea una sorta di bolla in cui tutto sommato si sta meglio di quanto conceda la conoscenza, conoscere infatti comporta sempre un'analisi e una valutazione e un conseguente cambiamento, cabiamento che non potrà mai avvenire senza un impegno personale. Conoscere però ci permette di scegliere e la scelta ci da un potere decisionale. Si può scegliere di informarsi, di non seguire la massa, quella scìa di lettori di riviste che mangia minestrone per un mese e poi si lamenta con la propria vicina di non aver visto cambiamenti sul proprio corpo. Si può scelgliere di non ingurgitare pillole, perchè se è vero che si può in maniera egualmente spavenotosa e leggittima arrivare a desiderare un giorno da sani a discapito di una vita di insoddisfazione, è altrettanto vero che riempirsi di merda per far arricchire degli strozzini è un insulto alla vita stessa, sia essa vissuta anche solo anelando a quell'unico giorno. Informarsi: pochi carboidrati, distribuiti durante la giornata, poco caffè, pochi zuccheri possibilmente tutti assunti la mattina e comunque non oltre le 17, scoprire con stupore che lo zucchero è contenuto in molti più alimenti di quanto si possa pensare, il rosso dell'uovo è ricco di colesterolo, il bianco invece di sane proteine, acquistare carni in posti controllati, prediligere quelle bianche, cotture al vapore, verdure per dare il senso di sazietà, tonno al naturale, una volta ogni tanto concedersi un piccolo sgarro, usare carbone vegentale per assorbire i gas, latticini una volta la settimana, meglio il riso che la pasta di grano, sughi e condimenti leggeri, bere fino a 3 litri d'acqua giorno. Organizzarsi: stabilire una alimentazione settimanale con cose che ci piacciano tra quelle concesse, muoversi, segnarsi in palestra o usare un attrezzo in casa. Superare gli imbarazzi: aspetto indecente durante l'attività fisica, assenteismo durante i rinfreschi vari.Tirare le somme: valutare i risultati che dovrebbero ripagarci del sacrificio svolto. Tutto questo non segue mai una regola matematica ... ne consgue un Guardare Le Cose Da Una Nuova e Imperante Prospettiva: Siamo quello che mangiamo. Siamo ciò che vogliamo essere. Siamo gli artefici della nostra condizione. I sacrifici vengono ripagati. Una sana alimentazione è salute. Ci si può credere. Ci si può impegnare. Ci si può scoraggiare quando alle 17e30, ora dopo la quale nessun carboidrato e nessuno zucchero avvicina più il nostro corpo da giorni, sul posto di lavoro una ipotetica collega alta, magra, Sana, azzanna una torta salata con Patate e Salsiccie bagnando il tutto con della Coca Cola gassata e zuccherina???????? No, non si può, si Deve!!!!!!!!!!!!!!! Se rileggo che a seconda dello stile di vita la salute è qualcosa che si merita o meno di avere potrei urlare!

Due Pesi Due Misure


A volte mi chiedo se sia inevitabile valutare ciò che ci riguarda personalmente in modo diverso da ciò che vediamo negli altri. Forse si. Personalmente ho una tendenza che non mi piace granchè, finisco col proiettare su me stessa i problemi degli altri, non nel senso di farmene carico, ma nell'ottica in cui mi viene spontaneo pensare come mi sarei sentita io se mi fossi trovata in una determinata situazione, la cosa non mi logora, però la domanda me la pongo sempre e anche solo per pochi istanti sento sulla mia pelle la sensazione bella o brutta che può vivere la persona protagonista di una eventuale situazione. Non trovo che questo comportamento sia giusto, ma è così. Allo stesso modo non ritengo dei migliori neanche l'atteggiamento di chi si lascia scivolare tutto addosso come l'olio, la filosofia tipica del finchè non tocca la mia pelle non lo sento. Molto spesso mi rendo conto che tutto quello che viene donato risulta scontato e ovvio da avere e quando si tratta invece di dare agli altri l'ago della bilancia si sposta con fatica. Questo è un meccanismo valido per molte situazioni, dalle più semplici a quelle che coinvolgono i sentimenti più profondi. Non voglio sembrare la buona samaratina di turno, per una ragione o per un'altra tutti tendiamo a tutelare noi stessi innanzitutto, e penso sia un istinto naturale e comprensibile anche, ma ciò di cui parlo è una cosa diversa. Gli ostacoli personali sembrano sempre insormontabili, mentre le cose degli altri hanno una soluzione a portata di mano e ci sembrano molto più frutto del poco impegno altrui più che il risultato di diverse difficoltà e si è sempre pronti a dare consigli. Diceva bene De Andrè si sa che la gente da buoni consigli se non può più dare cattivo esempio! Non voglio fare considerazioni inutili, fastidiose e forse scontate, vorrei solo esprimere la mia amarezza e, in una società che inneggia al magro, che pubblicizza bilance da cucina che indicano calorie e condimenti di ogni singolo piatto e bilance pesa persone che stampano anche le analisi di quanto ingerito un anno prima, che almeno questa di bilancia simbolica, lasci a volte che l'ago penda verso l'eccesso e non sempre verso il difetto, o che mantenga almeno un'equità. Sarebbe bello!

Il Male di Oggi


Penso che neanche Tonino Guerra potrebbe non esclamare in queso momento: ma che fine faremo??? La mia pelle è personalmente toccata e segnata dal dirupo che il Paese in cui vivo ha intrapreso, cerco comunque di non farmi scalfire troppo, invano a volte, ma ci provo, mi aggrappo con le unghie e con i denti, ma più si va avanti più mi sembra che non ci sia più niente a cui aggrapparsi, il dirupo sta diventando fanghiglia e la fanghiglia melma! Non solo si sta creando una situzione che più precaria non si potrebbe, si sta anche distruggendo quello che vi era di stabile! L'impegno, la voglia di fare, le cose conquistate col sudore non esistono più, non vi è più niente da conquistare! Due anni fa si aprì un bivio di fronte a me e intrapresi la strada che mi indicava il mio cuore, non sono pentita della mia scelta per tutte le cose meravigliose che mi ha donato e i ricordi, le sensazioni, le emozioni che pensavo quasi dimenticate e che più rare non si può ... rimane comunque il rovescio della medaglia, la scadenza dell'esperienza in sè e come tutte le cose che quando vissute ci riepiono gli occhi e l'anima di luce, una volta finite lasciano cenere e difficoltà. Il cuore sopravvive e magari col tempo ricomincia a vivere e non solo a cercare di tenersi in piedi, non può fare altrimenti. Non posso negare a me stessa che molte volte ho pensato come sarebbe stato se di fronte a quel bivio avessi intrapreso la strada alternativa, oggi mi dico che non sarebbe cambiato nulla se non il rimpianto di quanto invece ho potuto vivere. Oggi mi dico che non ho colpe, che non posso rimproverarmi niente, e questo non è assolutamente una consolazione, anzi, è una desolazione enorme, perchè la questione è che nessuna delle due strade avrebbe portato a una conclusione semplice, o forse proprio non avrebbe potuto contenere una soluzione! Ma allora che senso hanno gli sforzi fatti? I sacrifici? L'impegno? L'amore regalato e ricevuto? I sorrisi e le lacrime prima di ogni passetto affrontato con lo spirito di chi stava raggiungendo una meta? Ecco un errore forse l'ho compiuto, dare per scontato che la meta ci fosse, frutto dell'impegno profuso, che sciocchezza! Non voglio entrare in discorsi politici, anche perchè ho appena cenato e non voglio immergermi nella melma, ma vedendo in questi giorni le manifestazioni degli universitari e non solo mi viene da pensare molte cose, ci stanno levando i diritti basilari, anche per far studiare un figlio adesso bisognerà ricorrere alla raccomandazione di qualcuno! Da una parte forse è meglio così, almeno si renderà conto dello schifo che lo circonda già dall'età di diciotto, diciannove anni e non dopo cinque anni di sangue sputato sui libri! Meglio saperle subito certe cose! Una riforma universitaria andrebbe fatta davvero, tutta quella gente che si segna e sta là dentro per anni, a 39 anni adesso si è ancora studente fuori corso, più ridicoli della pubblicità di Mike Bongiorno con la toga! Ridimensionare i tempi, fornire servizi decenti, non rubare i soldi per prove d'ingresso che non servono a niente, questo andrebbe fatto, invece si sta andando nella direzione opposta, così i figli di papà con i soldi ma senza voglia staranno dentro a vita e un poveraccio medio borghese con capacità rimarrà fregato! Questa è l'italia amici miei! Non sono mai stata tanto favorevole a una manifestazione come in questo caso, peccato risulti inutile come sempre perchè tanto noi siamo italiani e abbassiamo il capo davanti a tutto, lo dimostra il fatto che abbiamo un Governo che nessuno ammette di aver votato ma che ha vinto con una maggioranza evidente. Neanche il coraggio di dichiarasi artefici del proprio male. Il problema è che non vi è più niente in cui sperare, è tutto infangato e sporco. Ma tutte quelle persone che stanno accumulando punteggi per le supplenze nelle scuole che fine faranno? Come se già non ci fossero leggi ridicole, riconoscimenti ingiusti riguardo ai titoli di studio in base all'anno in cui si è conseguito, bisognerebbe avere la sfera di cristallo per fare scelte che a 13 anni possano esserti di aiuto quando avrai il doppio dell'età! Tutte quelle persone che hanno impiegato soldi e tempo nei corsi privati per l'insegnamento, i corsi S.I.S. ladri autorizzati dalla stato, che fine faranno? Non ho parole, non ho rispote, o ho paura di averle! Che dire? "Gianni, l'ottimismo è il profumo della vita!" ammesso che lo stesso Gianni ormai non si sia comprato del cordame!!!

Complicato ...?


Quello che sto per scrivere potrebbe essere frainteso. Ho sempre ritenuto che la scrittura riveli di una persona molto più di quanto non facciano le parole o la conoscenza diretta, è il metodo che ho usato ed uso in tutte le occasioni in cui desidero comunicare qualcosa di importante, che sia un sentimento o uno stato d'animo invariabilmente. Non sono d'accordo con chi dice che ormai la teconologia ci toglie personalità, ritengo che vi sia più di me stessa in queste pagine telematiche di quanto non potrà mai esserci nella maggior parte dei rapporti formali che la quotidianeità mi porta ad intrattenere. Quando frequentavo le scuole superiori scrivevo temi mediocri, non perchè non fossi in grado di comporre di meglio, ma perchè ero infastidita dallo sguardo della frustrata Arsinoè (simbolo dell'invidia e della bassezza morale) che sedeva dietro la cattedra di fronte a noi e che era chiamata a giudicare. Princìpio totalmente opposto è quello su cui si basa la stesura dei miei pensieri in questo luogo astratto quanto tangibile, confidando in questo ritengo che la descrizione che ne traspare di me stessa potrà supplire ad ogni eventuale fraintendimento possibile. Io so sentire le persone. Io so comprare regali adeguati. Io vorrei incontrare un'altra me a volte lungo il mio cammino. Durante il percorso universitario un professore di pedagogia un giorno disse che sarebbe terribile doversi raffrontare con qualcuno identico a noi, sapremmo già i suoi difetti e ci apparirebbero insopportabili, sapremmo cosa vuole dire prima che apra bocca, ci verrebbe voglia di cambiare strada non appena la vista lo scorgesse dietro una curva. Ricordo perfettamente le sue parole e soprattutto il mio stato d'animo nell'ascoltarle, il pensiero che mi attraversò la mente, completamente opposto a quanto da lui affermato. Non voglio dire che l'ambizione massima di uan persona debba essere incontrare un proprio sosia, ci mancherebbe altro, una propria fotocopia, ma ci sono delle caratteristiche in me che spesso dono agli altri senza riuscire ad avere in cambio lo stesso livello di attenzione, e non perchè magari non vi sia interesse, ma proprio per diversità, incomunicabilità, cecità, e tutte le "tà" possibili immaginabili. A volte mi domando se se sono io ad avere aspettative troppo alte, magari dovrei abbassare i miei canoni di riferimento, ma è troppo chiedere solo di essere ricambiati con la stessa moneta? Comprare un regalo a una persona sembra la cosa più scontata del mondo. Pensando a un regalo riecheggiano nella mente frasi fatte che ormai fanno parte del nostro immaginario inevitabilmente, "un regalo è un regalo, va bene tutto!" Ma nemmeno per sogno! Ma cosa? Se una persona che mi conosce profondamente, o che dovrebbe quantomeno conoscermi, che condivide con me la quotidianeità mi dona qualcosa che non mi rispecchia, non mi appartiene, non mi rappresenta, io mi creo dubbi e domande su quanto questa persona mi conosca e quanto sia vicino a me per quello che sono realmente o per ciò che erroneamente reputa io sia. Sentire qualcuno a pelle è un dono, e come tutti i doni è un'arma a doppio taglio con i suoi aspetti positivi e negativi, i suoi privilegi e le sue ripercussioni. Molte volte nella vita mi sono ritrovata a prendere atto del fatto che quel dono non è cosa comune a tutti, così ricorri a segnali più concreti, più tangibili, alla parola, con tutte le difficoltà che questa comporta. Ma ci sono cose che non si possono spiegare e come dice Guccini in molte situazioni "è difficile spiegare, è difficile capire se non hai capito già." Vorrei essere più semplice e non sentirmi ferita dalla difficoltà nell'ascoltare che si incontra spesso nella propria vita da parte di chi non sa accogliere il dono delle parole altrui. Non parlo di impossibilità, in questo caso non ne parlerei come un dono che sia ha o meno, ma proprio dell'indifferenza che caratterizza a volte le persone. E' da accettare passivamente la sensazione che quando l'argomento passa dal diretto interessato all'interlutore l'atteggiamento cambi e la persona diventi tirchia persino di parole? Parole spesso anche scadenti che devono essere addirittura elemosinate ... mi dispiace dirlo, ma che tristezza immensa! Ma è così complicato ascoltare qualcuno e ricambiarlo di parole adeguate e di empatìa? Non sono mai stata una persona atletica, ma non nel senso dello sport, diciamo che se devo salire una salita o intraprendere una discesa la prima immagine che mi viene in mente è quella di me che allungo una mano per trovare qualcuno che mi aiuti! Questo per me è un esempio di complicatezza! Complicato è quando il computer da i numeri e aprendo lo sportelletto degli ingranaggi ho la stessa reazione di quando la macchina va in panne e guardo il motore fumare: non ci capisco un tubo! Complicato può essere quando lo stipendio non basta a fine mese e si ha una famiglia da mandare avanti e il padrone di casa bussa alla porta, questo è complicato! Ma ascoltare qualcuno che ci offre di condividere qualcosa di sè non è complicato, è un dono, è impagnativo, è coinvolgente, ma non complicato nè tantomeno disabilitante! A tutte quelle orecchie tappate e quelle bocche monosillabiche, che non sia vero che gli opposti si attraggono e che la stessa moneta ripaghi tale mercè!

Vorrei Ma Non Posso


L'esperimento dei tre topi mi è sempre sembrato uno specchio del nostro essere. Prendi tre topi in tre gabbiette diverse all'interno delle quali poni degli ostacoli che il topo deve superare per poter raggiungere il suo pezzetto di formaggio. Al primo dopo un pò viene tolta la ricompensa alla fine del percorso, il topo dopo alcuni tentativi smetterà di impegnarsi nella ricerca del formaggio. All'altro verrà garantita ogni volta una bella razione, il topo alla fine si stancherà e farà provviggione senza più intraprendere il percorso. Infine al terzo dopo verrà garantita la ricompensa una volta si e una volta no, questo topo svilupperà il desiderio dell'attesa, del proibito, affronterà sempre il percorso per verificare se alla fine di questo riuscirà ad ottenere il formaggio desiderato. Queste dimostrazioni mi fanno pensare spesso che non vi sia una diversità poi così abbissale tra l'uomo e gli animali! A volte ritengo sia estremamente vero che una vena di proibizionismo renda più appetibile quello che vorremmo ma non possiamo avere con semplicità. Sarà masochismo o solo la normale conseguenza di un meccanismo legato al desiderio? Non saprei, ma è sicuramente un concetto applicabile a numerose situazioni, dalle più elementari a quelle più vicine ai sentimenti: appena decidi di intraprendere una dieta o comunque un regime alimentare più regolare, qualsiasi alimento che prima nemmeno ti sognavi di assaggiare diventa delizioso e meravigliosamente adatto a quello spuntino che hai iniziato a negarti! Zuppe di verdure, minestroni, mele cotte e crude, un pacchetto di crackers, diventano piatti prelibati di fronte alla restrizione. Quando sei sotto esame o devi preparare un lavoro che ti pesa qualsiasi trasmissione in televisione che prima non avevi notato neanche scritta sul televideo ti sembra interessante, divertente e di intrattenimento. Nei sentimenti poi, la persona meno raggiungibile o già impegnata ha sempre quel qualcosa in più rispetto a ciò che potremmo avere con più facilità. Non voglio assolutamente affermare che sia questo l'unico metro per cui si sceglie ciò che vogliamo, ma ritengo che molte volte sia inevitabile affermare che il proibizionismo stimola il nostro desiderio. Sarà forse secondo questa logica che essendo cresciuta in un luogo dalla mentalità a dir poco ristretta in cui se non appari non sei, in cui le amicizie non sono qualcosa di profondo che nasce da sè ma qualcosa che si deve avere, meglio se con dimostrazioni plateali, in cui la filosofia del capodanno/ferragosto/pasquetta/carnevale e tutte le altre feste che odio vige per tutti i giorni dell'anno, ovvero il "ci si deve divertire e uscire", e tutto quello che non rientra in certi canoni non è da considerarsi divertimento, soprattutto per una persona giovane, sarà penso per questo che io questa esigenza non ce l'ho e non faccio che contare i giorni, da sempre, del momento in cui riuscirò a crearmi una vita lontano da qua! Questa cosa è la mia mancanza d'aria e la mia luce fuori dal tunnel allo stesso tempo. A volte penso che se tante cose mi fossero state negate forse adesso le desidererei di più, ma ritengo che così come il proibire abbia un'influenza su ciò che vogliamo, anche il rendere obbligo quello che dovrebbe essere spontaneo e naturale e soprattutto diverso da persona a persona condiziona molto e storce la percezione delle cose normali e naturali, o che almeno dovrebbero essere così nel loro corso. Si pensa a volte che le aspettative che possono abbattere una persona riguardino necessariamente cose pesanti, ma non ci si rende conto di come le ferite quotidiane e impercettibili siano le più difficili da cicratizzare e da rimarginare del tutto.

Le Piccole Cose!



Caspita quanto ci vuole poco per far sentire meglio una persona e per provare un pò di felicità!
Quello che fa male è che vi voglia ancora meno per distruggere tutto in un attimo, è verissimo, ma quello che provo in questo momento è l'emozione di quanto basti un niente per una ariata di serenità, con tutte le paure di precarietà del caso, ma pur sempre una ventata positiva!
Mi mangio le caramelle da poco acquistate e anche il mal di pancia conseguente magari sarà più zuccheroso a limite! ;-)

Ricordi


A volte vorrei che i ricordi avessero un valore unico ed oggettivo per tutti, un peso rilevabile da tutte le parti che lo compongono e che lo hanno visto o vissuto, vorrei che non ci fossero troppe sfumature ma un solo colore che rispecchi la realtà dei fatti per quello che sono o che sono stati. Lo so è un pensiero triste e se lo leggessi da spettatrice non potrei probabilmente fermare le mie mani dalla voglia di scrivere che invece no, la bellezza in ciò che viviamo è nascosta proprio nel valore che le diamo! E' vero è così, ma ci sono delle volte in cui mi sento così diversa nel modo di recepire gli eventi sulla mia pelle, quasi come se mi scalfissero di più, e non dico solo in senso negativo, anzi, ma anche dare un valore eccelso ad un ricordo bello e vederlo svendere da altri può ferire quanto un'immagine passata negativa in fondo! E' così difficile in fondo ascoltare gli altri e portare con sè il ricordo e l'eco di quanto detto? A volte mi rendo conto che ci si è così abituati a dare per scontato che i nostri interlocutori, chiunque essi siano, diano un valore limitato alle parole proferite, che non si trova più negativo che qualcuno abbia già dimenticato, quanto piuttosto al limite ridicolo che qualcun altro ricordi! Come se quest'ultimo avesse bisogno delle vite degli altri per riempire la propria ... ma perchè non è dei rapporti con il mondo che è fatta la nostra esistenza e non è l'assenza di questi che fa sentire di non vivere nel modo giusto? Sono confusa. Sono intristita e forse da troppo tempo alla ricerca di qualcuno che viva uno stesso identico istante insieme a me percependolo nel mio stesso modo. Ci sono cose che faranno sempre parte di me, non lo so se torneranno e quello che più mi spaventa è che non so se smetterò mai di desiderare che tornino, ma in questo momento sono cibo per la mia mente, la mia nutrizione e il mio veleno allo stesso tempo.

Chiedere Aiuto


Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire. Non c'è peggior cieco di chi non vuol vedere. Non c'è cosa peggiore del doversi raffrontare e dell'aver bisogno di chi non vuol vedere e sentire! Quando ho compiuto dieci anni ho festeggiato la prima Comunione. La casa era strapiena di dolci e dei miei adorati tramezzini, un numero indecifrato di parenti, amici e anche di semi-sconosciuti riempì la casa per giorni. Per me era un gioco, ognuno portava un dono e dal più grande al più piccolo tutti sono ancora impressi nella mia memoria. Quando guardo le foto, seppur a distanza di tempo, non riesco a sorridere, vedo una bambina e una famiglia che stava probabilmente coltivando in sè il frutto di ciò che in seguito con gli anni sarebbe germogliato, nel bene e nel male, ma quando ripongo le immagini e do spazio alla mia memoria allora colgo emozioni che hanno anche del positivo e suggestioni che avrebbero inconsapevolmente aperto la strada alle sensazioni future. La sera, dopo la cerimonia in chiesa e il sontuoso pranzo, non ancora dismessi i panni della giornata, ricordo perfettamente l'immagine di me sul divano e la domanda di una zia che già allora mostrava quella che poi con gli anni sarebbe stata la sua caratteristica di presentazione: la stupidità. "Cosa hai provato quanddo il vescovo ti ha dato l'ostia per la prima volta?" E ricordo che anche in me per la prima volta si manifestò quella che sarebbe stata la mia caratteristica più grande negli anni: l'incapacità nell'esprimere quello che provo realmente. L'anno seguente mi invaghii di un ragazzo di due anni più grande di me e ci incontrammo al mare, situazione propizia e gradevole che sfruttai tornando a casa inebriata e trascorrendo i giorni in bagno a pronunciare il suo nome domandandomi dove finiva la mia suggestione e dove iniziava la sua reale ridondanza cacofonica. Ero una bambina, ma questa affermazione con il tempo si è rivelata solo una constatazione anagrafica perchè ancora oggi che di anni, cerimonie e infatuazioni ne sono passate diverse, la mia tendenza ad esprimere quello che provo ricorda esattamente la sensazione di smarrimento provata davanti a quella zia che mi fece domandare a me stessa "E' stupida lei nel chiedermelo o impacciata io nel rispondere?" Tutte e due probabilmente! Si dice che quando una donna partorisce un bambino in seguito è impossibile che abbia un reale ricordo del dolore del parto, la mente dimentica, almeno in parte, o comunque ridimensiona la cosa e questo spiegherebbe anche perchè a seguito di un tale trauma per il corpo, decida magari di ripetere l'esperienza. Più volte nella mia vita sono stata propensa a ritenere che questo tipo di dinamica possa essere applicata anche ad altre situazioni, seppur molto diverse dal parto. La mente tende a ridimensionare e probabilmente per questo i dispiaceri e le difficoltà attuali ci appaiono sempre più ingombranti di quelle passate. Secondo questa logica mi verrebbe da dire che ho sofferto sì per l'incapacità di comunicare agli altri quello che sono e provo realmente e che il fatto che alla fine quello che sentivo uscire dalla mia bocca non corrispondesse in pieno a quello che realmente pensavo, anzi ne era una storpiatura e mi faceva essere sempre delusa e disturabata da ciò che dichiaravo, mi abbia portato a decidere di aprirmi usando un contagocce in caso di necessità, ma non è comunque neanche lontanamente paragonabile al dolore provocato dalla difficoltà nel chiedere e ricevere aiuto che ho provato in seguito. Qua si apre per me un capitolo enorme però, perchè mentre per altre cose potrei riconoscere anche dei miei limiti, per questo mi domando, e non solo in riferimento a me stessa, ma in generale, possibile che anche nel momento del bisogno si debba essere in grado di chiedere aiuto in un certo modo, esplicito e elementare possibilmente, e ci si debba sentir recriminare di non farlo nella modalità giusta se questa modalità non ci appartiene??? A me sembra tanto un modo anche poco macchiavellico di lavarsi la coscienza sinceramente! Si dice che i primi ad aiutare noi stessi dobbiamo essere noi, e va bene, ma ho visto con i miei occhi realtà in cui se la persona si trova appunto in una situazione in cui ha bisogno di aiuto magari le frasi fatte contano poco e se ce la facesse da sola non penso si divertirebbe nel dover pesare sugli altri! Le istituzioni non sono accoglienti, le asl cascano a pezzi, i privati costano l'occhio della testa e non sempre è così scontato raggiungere una struttura anche qualora ci fosse. Gli amici sono pochi, i parenti di un'altra generazione se non di un'altra epoca, chi rimane? I familiari, la categoria nel bene e nel male più cieca in assoluto! Condizionata da mille fattori da non vedere l'evidente. Ascoltavo una notizia l'altra sera al telegiornale di una donna che aveva fatto duemila denunce perchè la sua carta bancomat probabilmente era stata clonata visto che vi erano prelievi su prelievi che a lei non risultavano, finchè la polizia ha scoperto che era la figlia a prelevare per comprare droga. Agghiacciante, non tanto per il fatto in sè, quanto per la sensazione di distacco abbisale presente in famiglia che ne traspare evidentemente. Ritengo comunque che questo mio esempio pecchi in due cose, una è che ci si sbalordisce solo davanti a espedienti così eclatanti, quando invece i piccoli tarli quotidiani sono i peggiori, l'altra che come dice Guccini le storie tragiche sono sempre troppo vicine o troppo lontane e perciò ci tolgono obiettività nell'esprimere un'opnione. Io non lo so davvero se esiste un modo giusto per chiedere aiuto, ritengo che sicuramente ci siano mille sfumature in ognuno di noi, sapersi comportare nel modo giusto e saper chiedere probabilmente è una cosa complicata ma sono sempre più convinta che sia molto più difficile abbattere il muro che isola chi dovrebbe porgere l'aiuto, magari è tremendo pensare che alcuni sbagli siano il frutto di nostri errori personali riversati su chi ci sta vicino, ma anche il quel caso non è meglio rimediare ed aiutare piuttosto che ricorrere a cecità e sordità?! Io non so quale sia il modo più giusto, ma so per certo che non solo chi allunga una mano ha bisogno di essere afferrato, ma anche chi ha le mani in tasca può desiderare fortemente che vengano accolte, accompagnate e sorrette lungo il proprio cammino.

Ripulire le Strade


"Con il mal tempo abbiamo avuto un pò di tregua finalmente!" Queste le parole di una giornalista nel riportare l'affermazione di una delle donne intevistate nella capitale qualche giorno fa. Finalmente la povera donna ha potuto non vedere trans, travestiti, prostitute imbrattare le strade del suo quartiere, la pioggia le ha spazzate via tutte almeno per qualche giorno, insomma non penso proprio che abbiano scioperato lavorativamente parlando, ma almeno non lo hanno fatto sotto gli occhi della casta signora costretta a guardare codesto mercato! Per quanto mi riguarda la prostituzione è qualcosa che va oltre la mia comprensione, qualcosa su cui non riesco ad esprimere un'opinione chiara, potrei farlo in merito a chi usufruisce del servizio per così dire, ma è mattina e non ho alcuna intenzione di iniziare la giornata con parole volgari e di insulto, e poi in fondo ci pensa lo stato a multare costoro, con una penalità pari o inferiore a quella di chi ha parcheggiato in seconda fila, anche perchè quest'ultimo ha gravemente abusato dello spazio pubblico più che del corpo di una donna in fondo! Non starò qua a disquisire su quanto però la donna stessa si sia offerta e proposta, nè sulla percentuale di donne costrette e quelle che lo fanno di loro spontanea volontà perchè riguardo alle prime finirei col dire cose scontate e la dinamica che porta le seconde a prendere una scelta del genere è veramente oltre ogni mia logica e comprensione e lo dico senza alcun tipo di giudizio. Ma un'opinione personale posso esprimerla riguardo al fastidio che possono provocare certe cose, vedere una donna sulla strada mezza nuda, il più delle volte anche fisicamente non bellissima mi suscita tristezza, incomprensione, non riesco a rispondere a nessuna delle domande che nascono nella mia mente ... perchè? non ci sono alternative? io questa cosa onestamente la credo poco ... e come è il prototipo di uomo che si rivolge a lei? insomma che lui non abbia alternative lo credo ancora meno! ... fattosta che non mi suscita come prima sensazione quella del fastidio, non che non sia leggittimo provare anche quello e non che ci siano sensazioni giuste o sbagliate, però una domanda me la sono posta ascoltando la notizia al telegiornale l'altra sera: ma la donna di cui sopra, dopo il tg avrà per caso guardato veline, magari mentre pasteggiava castamente con il suo maritino? Avrà per caso trascorso le ultime serate votando per miss italia dal telefono della sua casa? Avrà mai passato il sabato sera guardando il bagaglino? Avrà mai sentito le previsioni del tempo lette dalle meteorine di Emilio Fede? Avrà mai passato il pomeriggio a rassettare in casa con la compagnia di Uomini e Donne della De Filippi? Ecco tutta questa mercificazione davvero non mi suscita niente di più del fastidio, perchè se è vero che la dolce donnina intervistata al tg si sarà dovuta ritrovare a spiegare ai suoi figli perchè delle donne giravano in mutandine davanti casa sua, cosa certamente non piacevole, sicuramente non si preoccuperà allo stesso modo di commentare le scene descritte sopra che appaiono in tv, perchè quelle ormai sono considerate normali! Non ci si scandalizza più di niente, non si prova più alcuna repulsione, cenare con una vent'enne che mostra il culo davanti alla madre esagitata in prima fila nella folla sottostante il palco è da emulazione persino! Miss Italia ... ma solo a me provoca il vomito che prima facciano sfilare per quattro sere ragazze scheletriche, che le misurino, che commentino i lati a, b, c, e poi per pulirsi la coscienza e mettere a tacere tutti noi invitino la psicologa di turno che in seconda serata, nel dopo dopo miss italia, all'una di notte, dica che comunque la bellezza non coincide con l'anoressia, la bellezza con coincide con magrezza, la bellezza non coincide neppure con l'apparire??! Ho deciso che spaccerò droga e la venderò dicendo "la felicità non risiede in una pasticca" mi sembra alquanto coerente! Io non so cosa possa spingere una donna a vendere il proprio corpo e a lasciare che sia violato da mani sconosciute, ma posso immaginare cosa spinge una ragazzina di 15 anni ad avere come massima ambizione nella vita quella di entrare in questo mondo marcio che appare invece dorato e la cosa non solo mi infastisce ma mi spaventa, anche perchè per fermare questo marciume, anche solo per un giorno, non basta certo un acquazzone!

Paura di non avere mai quello che Vorrei volere adesso!


Giuro che io lo vorrei! Lo vorrei davvero! Essere non dico più semplice, mi basterebbe avvicinarmi anche solo allo stato di "meno complicata"! Giuro che ci provo e in alcuni momenti lo desidero con tutta me stessa, ma poi è proprio quando quel momento finisce che mi sento ancora di più di un altro pianeta! L'offesa più profondamente tagliante che mi sia mai stata rivolta ... forse perchè la più vera! A volte ho la sensazione che non dipenda da me, so che è così, ma a volte sembra il contrario, come se qualche ingranaggio in me sia stato installato per suscitare sentimenti particolari, impalpabili e che niente di troppo terreno vanno cercando. Vivo mille vite e mille ruoli, indosso mille abiti diversi e milioni di pettinature, tanto che poi l'incontro con lo specchio si rivela più che altro uno scontro con la realtà ... non in senso negativo, anche nelle mie fantasie mantengo il mio aspetto attuale, non è questo lo scopo e forse non saprei dire quale sia e ne sono alla ricerca. Mi interrogo da sempre e anche con la solita severità che ho costantemente riservato a me stessa, su quanto sia una fuga dalla realtà, un nascondermi, un modo per desiderare sempre altro e considerarlo così migliore per non dover affrontare quello che di reale ho invece al momento sotto al naso che diventa inevitabilmente meno invitante. Non lo so! Vorrei saperlo ma non lo so e mi verrebbe da chiedermi se anche questo sfuggire alla conoscenza delle ragioni su cui si basa il mio mondo non sia un pò un ulteriore bendarmi e fuggire, ma non me lo chiederò per non cadere in una spirale controproducente. Quello che più mi tocca è che tutto questo mi piace! Ogni qual volta mi succede qualcosa di bello non vedo l'ora d'essere nel mio letto a rivivere il tutto e fantasticarci su. Ricordo perfettamente le prime uscite con il mio primo ragazzo, non il primo di cui la mia mente e il mio cuore si siano innamorati, ma il primo con cui, dopo aver sentito nascere in me il seme del sentimento, ho inziato ad uscire ... uscite che più reali non si poteva! E ricordo che per quanto piacevole e divertente fosse la serata, la parte più bella era la sera dopo, quando sotto le coperte ripensavo al tutto, sorridevo, mi lasciavo andare, immaginavo che lui fosse di nuovo là con me e forse è proprio vero quando si dic:" anche se corrisponderai il mio amore non baciarmi, perchè niente, nemmeno tu, potrai essere più bello del sogno di averti"! Quando lessi questa frase in un libro guardai la copertina e mi domandai se qualcuno dei miei scritti fosse stato miracolosamente pubblicato e avesse lasciato il mio cassetto per arrivare in libreria ... non era così. Era immaginabile. Ma significava che forse non ero l'unica a pensarlo e questo era ancora meglio! Lo so lo so che si potrebbero dire milioni di parole riguardo a quanto ci si debba accettare per quello che si è, qualsiasi sia la sensazione di complicatezza, in fondo è la nostra unicità ed è giusto così se non ancora persino bello così! E in fondo una parte di me lo ritiene vero, ci sono modelli di persone a cui non vorrei non dico assomigliare ma nemmeno avvicinarmi un pò, e non parlo di categoria ovviamente poco rispettabili, parlo di gente normalissima, persone comunissime, semplici, normali, banali che gioiscono di ciò che io non vorrei perchè sarò costruita in modo strano, qualche valvola sarà storta, ma io un marito di cui accontentarmi,il cane da compagnia per non passare le domeniche e le feste in casa non lo voglio ... ma ci sono momenti in cui la cruda realtà mi porta a pensare che vorrei tanto volere che fosse questa la mia idea di felicità! Ci sono cose che mi spaventano ed è come se fossi una donna che nel tempo della guerra si dice che non vuole rassegnarsi ad essere una che nella sua vita pasteggerà a pane e cipolla perchè ha lavorato per avere ben altro e così sogna, immagina, progetta, ma poi ogni tanto sente il rumore delle bombe e allora si domanda se non sbaglia e se non farebbe meglio a desiderare il desiderabile invece di danzare con la sua mente! E' triste il parallelismo, ma quando vedo l'anziana sopra casa mia sola, senza nessuno, che scende nel mio appartamento con il fiatone e le lacrime agli occhi perchè le è saltata la corrente o perchè non riesce a spegnere un lampadario, questo ha su di me l'effetto di quella bomba! La solitudine, la paura ... la paura di non essere abbastanza realistica, la paura di pagare uno scotto per la mia ambizione ... ma non dovrebbe essere una cosa positiva? ... non sono più sicura di questo quando, nonostante il divario generazionale, mi sento come quell'anziana ... impaurita ... in fondo anche Amelie nel suo film è così meravigliosamente particolare, ma ad un certo punto viene esortata quasi dal destino a non far sì che il suo cuore si blocchi, a non chiudersi in un mondo meraviglioso ma fatto di sogni e scende a compromessi con la realtà ... una realtà dal sapore perfetto però, senza bisogno di parole, fatta dell'incontro con colui che la sognava da sempre e che lei sognava da tutti i tempi ... sarà mai vero questo compromesso tra sogno e realtà? non lo so, ma ci sono momenti in cui vorrei saperlo per mettere a tacere questa paura, la paura di pentirmi ... la paura di non avere mai quello che vorrei fosse il mio desiderio più grande adesso!

Regali


Se penso al momento in cui un bambino viene al mondo non posso non domandarmi da cosa sarà composto il misterioso bagaglio che lo ha condotto fin qui, il bagaglio con cui potrà e dovrà affrontare la vita. E' così che me la immagino, una valigia di cartone, niente di troppo romantico, ma contenente tutti gli ingranaggi che un domani, vicino e lontano, userà come pezzi di un puzzle, certo starà a lui farne l'uso migliore magari, diciamo anche scegliere il momento giusto, ma i mezzi a sua disposizione rimangono quelli in qualunque modo si guardi la valigia e per quanto la si frughi. Ovviamente se sapessi spiegare secondo quale logica la valigia venga riempita non sarei qua a farmi domande ma da qualche altra parte a me estranea, appunto, a dare risposte. Probabilmente quando si nasce in un posto pieno di benessere al punto da regredire per colpa di questo, come ritengo sia il nostro Paese, non si tiene conto del fatto che nella nostra valigia vi era evidentemente una cartina che ci ha destinati qui piuttosto che in Africa o in qualche altro continente, lo si da per scontato. Sono cresciuta in una famiglia religiosa e devo dire che nonostante questo ho un modo tutto mio di vivere la mia religiosità, Credo e senza questo appiglio non potrei vivere, è parte della mia quotidianeità, ma tutto ciò che è stato toccato da mano umana e sporcato in questo senso non mi coinvolge minimamente nè lo farà mai, chiesa, preti, suore, il benessere all'ennnesima potenza che sulla base di princìpi vincolati dall'uomo e contronatura parla di povertà, di difficoltà, di cose di cui non conosce neppure la forma, categoria che si intromette in ciò che non gli riguarda, che giudica il sesso tra due persone una cosa sporca perchè non sia mai che un prete se lo tocchi con le mani quando va al bagno ma poi che usi pure i soldi dello stato per vivere nell'agio! Bè onestamente preferirei che avesse una compagna a cui voler bene e con cui fare l'amore e magari gli stessi problemi di un padre di famiglia da affrontare piuttosto che la Papa-mobile o anelli da 50 kg al dito, e che usasse il fiato per respirare mentre cammina tra gli ammalati invece che per parlare e negare a due persone innamorate di sposarsi in quanto lui è paraplegico e non possono mettere al mondo figli visto che quello sarebbe l'unico scopo del matrimonio, mettere al mondo un'altra anima innocente che un domani magari proverà la stessa repulzione che provo io in questo momento ascoltando certe affermazioni, quello sarebbe lo scopo! Non so quanto la mia religiosità intesa come cosa distaccata da tutto ciò abbia influito sullo sguardo con cui osservo la mia valigia di cartone, ma devo dire che mi sono sempre sentita una privilegiata per alucni versi. La mia cartina geografica la vedo avvolta da un nastro rosso, il dono di essere il frutto di un gesto d'amore tra due persone che ancora si amano, di essere nata in una famiglia agiata, in un paese che ha permesso ha chi mi ha concepito di costruire con fatica quello che mi è stato donato. Quando vado in bagno e frugo tra i barattoli dei prodotti accumulati vedo benessere, quando esco e accendo la macchina senza preoccuparmi della lancetta che segna rosso vedo ricchezza, quando cucino una minestrina per i miei cari che stanno male vedo un mio scopo in questa casa, quando guardo e vedo mi sento privelegiata, quando cammino e mi muovo, quando alzo il telefono e ho qualcuno da chiamare mi sento meno sola, quando vado in bagno, bevo, mangio e mi vesto da sola mi sento molto più fortunata di tante persone che devono ricorrere ad altri, magari anche a me, per farlo. In questo ultimo anno ho imparato ancora di più a non dare per scontato tutto questo e non per buonismo o perchè sono una benpensante, ma perchè forse ho visto un pò sulla mia pelle quanto ci voglia poco per mettere a repentaglio l'equilibrio di queste cose. Ovviamente la vita non è una festa costante durante la quale inneggiare a quanto ci è stato donato, la nostra valigia per quanto ricca è comunque un contenitore limitato, ne consegue che non ho mai pensato che qualcosa in più mi sarebbe stato regalato e gli avvenimenti nel loro susseguirsi non hanno smentito la mia idea. Ho un corpo sano, ma non sono tra quelle per me extraterrene che hanno trovato nella loro valigia una qualche pozione magica a me estranea che gli permette di mantenere una taglia 38 pur pasteggiando a burro, arachidi e birra e facendo come massima attività sportiva lo sforzo di tirare i dadi del monopoli! Rendere il mio corpo armonioso e mantenerlo in salute ha sempre richiesto il mio impegno e ogni distrazione è stata pagata più di quanto sia stato ricompensato ogni sforzo. Ho una mente che lavora, anche troppo a volte (!) ma posso divorare un libro in una sera ed essere ancora affamata dopo. Ho cimeli di studi portati a termine egregiamente, ma sono sicura che se tornassi a trovare qualcuno nessuno si ricorderebbe di me, perchè purtroppo la mia indole non mi ha mai fatto conquistare niente col sorrisetto o la battutina ma sempre con le mie capacità anonimamente brillanti. Non mi sono mai aspettata un trattamento diverso da questo: mi impegno-dimostro-allora ottengo. Ma forse nella valigia qualcuno si è scordato di inserire un cuore di pietra da indossare in caso di necessità, o uno scudo, o peggio una dose di inclinazione al compromesso, perchè qualcuno dovrebbe segnarlo sulla cartina che questo è il paese della corruzione e a un certo punto la tua buona volontà non sarà più sufficente, ti verrà richiesto altro e per te sarà incomprensibile fino a quando non ci sbatterai il muso e la botta sarà così forte che ti si spezzerà il cuore e la mente si annebbierà chiedendosi dove sia finito il sereno! Voglio che venga scritto sul cartellone di confine tutto questo, una bella foto esplicativa: quello che avviene quando nasci dovrà avvenire di nuovo fra un pò di anni, quando il pannolino non lo indosserai più e non ci sarà un'ostetrica a tenerti tra le braccia, ma due pacche sul culo allora sì che ti saranno indispensabili! Nemmeno Freud sarebbe arrivato a tale simbolismo, ma la melma in cui galleggiamo in questo Paese per fortuna che l'ha fatto notare! Non ho mai pensato che nè per me nè per le pochissime persone meravigliosamente in gamba che ho modo di avere accanto ci fosse un usciere vestito di rosso pronto ad aprire una porta dorata per farci attraversare un tappeto di velluto e raggiungere il lavoro dei nostri sogni, non sono una sciocca, ma non avrei mai pensato di vedere o di assumere l'espressione della disperazione, gli occhi gonfi di speranza e le mani giunte in preghiera per cercare di avere, come fosse briciola per gli affamati, un 1% di quello che l'impegno profuso dovrebbe garantire! Non sono una sciocca, e giuro che in molti momenti avrei voluto esserlo (!) ma non sono nemmeno cieca, sarei pronta a tirare su le maniche per compensare a ciò che manca per far si che quella porta si apra, anche senza tappeto e senza usciere e non solo per me stessa, ma quando quello che viene richiesto in più è melma che cosa si deve fare, accettare di bere il bicchiere di fango? Cercare invano di cambiare le cose? Lottare contro i mulini a vento? Adattarsi al sistema? Cosa? Voglio reclamare perchè nella mia valigia manca la risposta a questo ed è rimasta solo la lama tagliente di quel coltello il cui manico è stato messo in mano ad altri senza alcuna logica apparente, allora forse è così che avviene, è così che io sono nata qui e qualcun altro che adesso avrebbe avuto la mia stessa età ora è altrove perchè nato in un posto meno fortunato, senza una logica! Non mi sono mai aspettata regali e ho sempre pensato di essere una privilegiata nel poter tutto sommato aggiungere da sola qualcosa alla mia valigia, ma nella melma anche il cartone si rovina e rovinare quello che di meraviglioso potrebbe nascere da ciò che ci è stato donato è un peccato tanto grande quanto la desolazione che nasce dalla sola speranza che sia vero che dal letame nascono i fiori perchè allora chissà che davvero un giorno ci affacceremo su una immensa distesa di colori visto che nel nostro meravilgioso Paese il concime certo non manca!

L'Uomo Perfetto



Quando vieni al mondo ti mettono un bel fiocchetto rosa in testa, ti pesano, ti lavano e controllano che sia tutto a posto e che il tuo corpo sia, come nella norma, composto da 65% di acqua e da 35% di masochismo, in questo caso allora sì, puoi essere dichiarata una donna a tutti gli effetti! Vorrei poter spendere fiumi di parole che si inseguano come cascate che dalla sorgente giungono alla foce per smentire quanto scritto sopra, forse sarà colpa del colore del fiocchetto che è stato posto anche sul mio capo alla nascita, ma proprio non avrei argomenti convincenti a riguardo e tutto sommato preferisco essere considerata una ambiziosa masochista piuttosto che una sdolcinata e inguaribile femminuccia. Si dice spesso che le donne siano alla ricerca dell'uomo perfetto e in questa spasmodica ricerca non vedano l'uomo normale che le passa accaanto e che tutto sommato potrebbe renderle felici. Io non so quanto questo sia vero, ma so per certo che io non voglio avere una persona vicino per essere "tutto sommato meno triste di quanto sarei da sola ... o almeno immagino!" Non che si pretenda l'impossibile, insomma non penso che ogni donna sia alla ricerca di un uomo che abbia il fascino di Jonnhy Deep in Chocolat, la pazienza di Bill Cosby nei Robinson, il candore di Brad Pitt in Vi presento Joe Black, lo spirito avventuroso di Leonardo di Caprio in The Beach, la capacità di intuizione del ragazzo di cui si innamora Amelie ne Il favoloso mondo di Amelie, la devozione di Liu Grant in Notting Hill, insomma non penso che quel 35% sia da confondersi con illusoria stupidità, c'è una bella differenza tra questo e la leggittima ricerca di ciò che meriteremmo ovvero non un uomo perfetto ma un compagno che sia un mix di tutti questi aspetti perfetti solo per noi! Nella vita impari ad accontentarti, a gioire per le cose che hai, capisci col tempo che avere un lavoro oggi come oggi è un privilegio, cbe un piccolo stipendio a fine mese ti permette di condurre una vita dignitosa e anche questo oggi è da privilegiati! Comprendi che nessuna reggia potrebbe mai essere più accogliente della tua casa, apprezzi le tue amiche per quanto scapestrate perchè la solitudine può essere terribile! Purtroppo molte cose si riesce ad apprezzarle solo quando si rischia di perderle o quando vacillano un pò ... a mio parere non apprezzeremo mai abbastanza lo stare in salute nel senso molto ampio del termine! Crescendo ti accontenti e gioisci di quello che ti è stato donato e capisci ben presto che in fondo hai almeno dieci ragioni in più di quelle che riesci a vedere per ritenerti felice per la vita di cui ti stai "accontentando"! Ma onestamente per la scelta di un compagno il verbo accontentarsi mi sembra a dir poco un ossimoro! Eppure è una cosa molto frequente e anche se sai che non è quello che desideri e che non lo condividi, a un certo punto ti domandi se sei te quella sbagliata e se anche tu debba in qualche modo accontentarti, se in fondo non sbagli a pensare che debba succedere come capita di schioccare le dita, per caso, per incanto e ti adegui un pò, scendi dalla stella su cui eri impegnata a delineare il ritratto di colui che ti avrebbe sorretta e accompagnata nel tuo cammino e decidi di infangarti le mani con metodi più terreni ... apri uno spiraglio della tua porta e lasci che il mondo esterno possa scrutare. Se paragono la prima volta in cui vidi A. all'ultima in cui gli ho parlato posso senza troppo sforzo vedere due persone completamente diverse. Io non chiedo che un lupo si travesta da orsacchiotto per me, voglio che il lupo sia lupo, magari potrebbe anche piacermi per quello che è, anche con le zanne aguzze e il pelo arruffato, non mi spaventerebbe, quello che mi spaventa invece è il lupo travestito da agnello quello si che è in grado di farti scoprire lati di te che non pensavi capaci, sa farti impugnare il fucile e cacciare con crudeltà e chiudere la porta a chiave per un bel pò finchè non sia in un pianeta abbastanza lontano dal tuo! Ma chi l'ha detto che una donna cerca un uomo perfetto con la carica dietro la schiena che lavi e stiri al posto suo??? Stolta rozzezza! Il mio cuore può fiorire come una margherita baciata dai raggi del sole all'idea di prendermi cura del frutto della mia scelta, una scelta accurata, una scelta dolce, una scelta che sappia fare le cose più difficili e rare al mondo: capire senza bisogno di parole, sorreggermi senza il bisogno di chiedere aiuto e sostenermi ancora prima che io cada, questo sì che sarebbe perfetto e che esista o no io preferisco aspettare sulla mia stella piuttosto che qua giù in mezzo ai lupi travestiti da agnelli dei quali dovermi accontentare! La perfezione non è di questo mondo, ma magari esiste una perfezione per il mondo di ciascuno di noi!

Fortuna


Le cose su cui non riusciamo ad esercitare un controllo possono indurci a realizzare pensieri orribili. Col tempo impari che la vita è fatta di impegno e sacrifici e tutti quelli che ti vogliono bene ti insegnano, proprio perchè tengono a te, che nella vita bisogna lottare, combattere, mettercela tutta per ottenere quello che si desidera, perchè "nessuno ti regala niente" se non te lo guadagni da solo! Se quando sei piccolo questa idea ti abbatte perchè ti fa pensare che allora nessuna fatina scenderà nella notte e porterà a termine i tuoi compiti al posto tuo, nessun grillo parlante ti farà arrivare preparato all'ennesima interrogazione, nessuna zucca si trasformerà in carrozza e ti trascinerà in posti fantastici e nessun potere magico farà nevicare il giorno prima di quel terribile test in classe e ti fa rendere conto che non essere Topolino nella vita reale ha i suoi svantaggi (!) ... da adulto l'idea che ciò che desideriamo possa essere davvero frutto solo delle nostre capacità personali diventa più che altro una speranza! Come tutte le speranze anche questa a volte è soggetta inevitabilmente ad incontrare una delusione. Lo si può chiamare in mille modi diversi: fato, destino, la stella sotto cui nasciamo, o semplicemente fortuna, ma ci sono dei momenti cruciali nella vita di ognuno in cui quella che è sempre stata una sensazione diventa più tangibile e la possibilità che tutto questo aspetto incontrollabile esista davvero può arrivare a terrorizzare! Si dice che la fortuna vada aiutata e che non si debba aspettare che sia lei a trovarci, che non ci si deve arrendere a un'idea di impotenza per cui sia lei a decidere per noi, e non si può certo perseguire un'idea contraria, sarebbe da parassiti, ma in alcuni momenti capita di avere la sensazione di costruire con estrema fatica castelli che poi si rivelano di sabbia o che tutto ad un tratto appaiono troppo vicini alla riva e la marea li spazza via come fossero polvere, con dentro tutte le nostre speranze, le nostre aspettative, il nostro sudore, le nostre lacrime e i nostri sorrisi e allora ti domandi: quanti castelli di sabbia dovrò costruire ancora prima di riuscire ad allontanarmi dalla marea? Esiste davvero un posto riparato dalla bufera, uno in cui il vento non possa arrivare e distruggere tutto? E lo troverò mai? Ed è controllato da me? Lo sarà mai? Queste lacrime e questi sorrisi sono soggetti a qualcosa di estraneo da me? E se non sono io quale logica gestisce tutto questo? O più spaventosamente c'è una logica? E ancora più disarmante è il fatto che queste domande molto probabilmente non avranno mai una risposta e che le uniche risposte che possiamo darci sono frutto di nostre sensazioni e di nostre suggestioni. A tal proposito devo dire che mi è capitato più volte di pensare che esista una sorta di "ruota della fortuna" che coinvolge tutti noi e tutti quelli chi ci stanno accanto. Ci sono state cose che mi hanno fatto più volte propendere per l'idea che esista una logica per cui l'ago della ruota si sposti per un pò su ciscuno di noi, non saprei dire secondo quale logica nè la durata del periodo per cui l'ago decida di baciare proprio noi, ma solo a me è capitato di notare che quando va tutto bene a qualun altro allora ecco che comincia per me la discesa e viceversa??? Me lo chiedo seriamente da un pò! Ovviamente c'è una dose alta di suggestione, la parte del mio cervello impegnata in idee utopice lavora un bel pò, e molto probabilmente è la spasmodica ricerca di un disegno e una logica che ci porta a notare certi particolari, forse inestitenti, ma forse no ... Sulla suggestione che tutto questo crea gli scacalli di turno ci hanno già lavorato come un avvoltoio sulla sua preda, ma anche se spaventa dirlo ci sono volte in cui un cornetto rosso non ci basta e non che si voglia il male degli altri, per carità, e lo dico seriemente, però veder ruotare un pò le cose ci fa pensare che forse qualche cambiamento ci sarà e chi sa mai che allora a questo punto l'ago baci proprio noi?! Le cose su cui non riusciamo ad esercitare un controllo possono indurci a realizzare pensieri orribili!

Felicità




Una delle cose che più mi spaventa è quello che può arrivare a compiere la mente umana quando si ritrova lontana per troppo tempo da una condizione di tranquillità e gioia, quando arriva ad aver così bisogno di un appiglio da non saper più discernere non dico il giusto dallo sbagliato, ma ciò che è logico dall'inganno palese. Trovo molto scontato puntare il dito verso la schiera di santoni-maghi-stregoni, non che io giustifichi la categoria per carità, ingaggiare due cannibali per cuocerli a fuoco lento uno ad uno non mi dispiacerebbe per niente, ma quello che mi tocca profondamente non è il meccanismo che porta queste persone infime e disoneste a voler sfruttare i dolori altrui per gonfiare il proprio portafogli, perchè sinceramente ormai siamo arrivati al punto che non ci si stupisce più di prenderlo in quel posto in ogni modo e occasione, si lascia correre che questo avvenga da chi dovrebbe istituzionalmente difenderci, come si potrebbe rimanere allibiti da questa gente?! Quello che mi sono sempre chiesta è cosa possa spingere una persona a rivolgersi a questi truffatori, non perchè nella vita non se ne prendano di fregature, ma qua siamo su un livello diverso, in cui a parer mio il discorso "disperazione" gioca un ruolo così pesante che fa quasi paura ammetterlo. Nel vedere la sfilata di persone che dichiaravano di aver donato i risparmi di una vita in cambio di un pò della polvere che la Marchi e figlia si erano probabilmente tolte dai talloni con la pietra pomice la sera prima affinchè questo garantisse alla propria famiglia serenità, guarigione da malattie gravi e preservasse i propri cari da ogni genere di sciagura, non ho solo sperato che l'infermo esista davvero, ma che anche il purgatorio esista, perchè magari almeno lì queste persone troveranno il modo di comprendere e ripulire la propria anima dal torpore che l'ha avvolta in vita tra braccia pronte ad accoglierli. Non punto il dito, non potrei mai, e non penso nemmeno si tratti solo di ignoranza, ritengo piuttosto che alcuni dolori possano far regredire in uno stato di inconsapevolezza chiunque. Non giustifico nemmeno, diciamo che mi limito, se così si vuol dire, a rimanere spaventosamente allibita. Allibita e spaventata da ciò che può compiere la mente umana in caso di necessità ... necessità di comprensione, amore e felicità. Nel corso della mia formazione accademica mi è stato insegnato che il primo scopo nello svolgere il mio lavoro doveva essere quello di garantire benessere agli altri, benessere inteso innanzitutto come "cura". Probabilmente è anche per questo che ci si sposa, si sceglie un partner, si fanno dei figli, per appagare il nostro bisogno di prenderci cura di qualcuno e per colmare la paura che un giorno non ci sia nessuno ad occuparsi di noi. Sono sempre più convinta che la solitudine mieta più vittime del cancro, solo che si mimetizza meglio, e così di una persona, e non necessariamente un'anziana come è sempre nell'immaginario collettivo, a cui prende un malore e viene ritrovata due giorni dopo china sul telecomando della tv, si dirà sicuramente che è stata uccisa dal malore stesso e non dal fatto che in quel frangente non ci fosse nessuno ad aiutarla. Si studia come a livello chimico il nostro cervello sia predisposto a creare per se stesso e per gli altri una condizione di benessere, nasciamo con la capacità di risolvere i problemi nel modo più semplice possibile: ogni problema ha una soluzione, se la soluzione non esiste non esiste nemmeno il problema. Ho odiato ripetere queste parole il giorno dell'esame anni fa e le odio ancora oggi perchè le trovo ridicole e riduttive, ma mi rendo conto che i miei sentimenti sono dettati dal fatto che niente di semplice e limpido è rimasto nel nostro modo di affrontare la vita. In questo ultimo anno mi sono spesso chiesta quanto la condizione di felicità influisca sulla salute di una persona, e non parlo delle solite cose scontate per cui "una risata al giorno tira su il morale, un bicchiere di vino porta gioia e se conti le pecore nel letto ti addormenti prima e poi stai meglio ..." parlo di un'influenza fisiologica secondo cui uno stato di felicità possa alleviare davvero i nostri malesseri fisiologici. Ho pensato a quanti malesseri ci creaiamo da soli e quanto ne soffriamo in modo tangibile e così allo stesso modo, facendo un passo avanti, ti rendi conto che così come una condizione di malessere può portarti a fare cose orribili e irrazionali, allo stesso modo un pò di felicità può dare una spinta alla tua vita. C'è da dire che non vorrei cadere in troppo ottimismo, non sia mai, ;) perchè ancora oggi mi domando, senza giungere a una risposta, quanto ci sia di responsabilità personale in tutto questo. Una parte è sicuramente innegabile, ma c'è tutta un'altra fetta che mi è ancora ignota e che alimena quella sensazione di spevento descritta sopra.
Sarebbe sbagliato dimenticare di inserire nel pentolone dei cialtroni tutta la schiera di personaggi televisi che da spazio a questa gente pur di catturare l'attenzione di un pubblico più ampio. Ecco questi, che prima guadagnano la fiducia del telespettatore, ingenuo o meno che sia, e poi la usano a tale scopo, sono sulla stessa linea del mago o forse persino un gradino sotto, in quanto spinti da progetti più macchiavellici. In fondo però queste persone una cosa ce l'hanno insegnata, il potere della suggestione è immenso e quello di un attimo di respiro dai propri dolori può assomigliare molto a un momento di felicità, la cui capacità curativa è senza confini. Diciamo che allora adesso lo so anch'io di avere "una forza dentro di me che neanche io so spiegare come" come diceva la maga Famoso Iole (per chi se la ricorda) e il fatto che io abbia scoperto questo e lei sia in galera mi fa pensare che forse è stato fatto un piccolo passo in più verso il giusto ordine delle cose.

Essere nella Media


Molto spesso mi è capitato di pensare che alcune cose non vengano realizzate da chi realmente ne usufruisce. La pubblicità per esempio, mi rifiuto di immaginare che dietro all'idea di uno spot per assorbenti ci sia realmente una donna che almeno sette giorni al mese si ritrova piegata in due dai dolori a domandarsi perchè mai un rinoceronte abbia deciso di stanziarsi nella sua pancia, nelle sue ovaie e una strana forma di depressione maniacale e schizofrenica si sia tutto d'un tratto impossessata della sua mente che fino a 24 ore prima era in grado di gestire un lavoro, una famiglia e persino di intrattenere dei rapporti interpersonali e sociali normali! Che questa stessa donna, che almeno una volta nella vita si è ritrovata con uno speculo infilato nel suo fiore più intimo, e senza alcun preliminare per giunta, e che dopo aver aperto il suo cuore e aver raccontato le sue manie più assurde di quei giorni si è sentita rispondere "è la natura femminile che è così, sorseggi della valeriana" che è come dire a un coccodrillo mentre sbrana la sua preda, mi raccomando dopo prendi un pò di cetrato (!), bè che questa stessa mente abbia pensato di lanciare il messaggio "con le nuove ali di questi assorbenti potrai volare anche tu leggera come una farfalla e potrai andare sulla giostra a gambe larghe sul cavalluccio, indossare pantaloni bianchi e fare la ruota per attraversare la strada" come se queste fossero le maggiori ambizioni di una donna in quei giorni e non quella di rimanere in piedi e non uccidere nessuno in un raptus di rabbia, e con queste parole catturare l'attenzione delle sua altre colleghe di sventura mensile, bè mi sembra impensabile e inaccetabile!!! E' un pò come le pubblicità per i prodotti dimagranti, come se l'ambizione maggiore di una donna che fa fatica a salire anche le scale di casa perchè il suo metabolismo, che con molta probabilità ricorda vagamente quello dei suoi genitori, ha deciso di andare in ferie quando aveva 12 anni, fosse quello di tingersi i capelli di biondo e poter interpretare una parte nel telefilm Baywatch! Non l'ho vissuto sulla mia pelle ma sono sicura che se a questa donna venisse garantito di potersi spostare da sola, comprare un vestito che non abbia le dimensione di uan tenda da circo e mangiarsi un piatto di pasta senza sensi di colpa e poter, come ambizione massima, indossare un paio di jeans e delle scarpe da ginnastica, bè comprerebbe anche aria in barattoli di vetro! Il punto è che non si domanda e non si ascolta il destinario del prodotto, qualsiasi esso sia. Questo errore a parer mio sicuramente non è stato fatto dai produttori del film "Il diario di Bridget Jones". Mi dispiace ammetterlo ma prendi una donna, mettile un pigiama, mettila su un divano o un letto con un barattolo di gelato in mano, due cimabelle, un libro letto per metà, una segreteria telefonica scarica e un diario su cui annotare tutti i buoni propositi da realizzare per l'anno seguente o a partire dal prossimo Lunedì, di non si sa quale anno però, e avrai ritratto la tipica serata di ogni donna almeno una volta nella vita, a voler essere proprio buone! Chi non ha mai scritto la dieta da cominiare il giorno dopo e da portare avanti per almeno una settimana senza sgarri e senza cambiamenti? Tutte lo abbiamo fatto! Sia quelle per cui una settimana di dieta in fondo non era necessaria ma tutti quei glutei sodi in tv le hanno messo voglia di migliorarsi, sia quelle per cui una settimana di dieta non sarebbe bastata a smaltire nemmeno gli ultimi due pasti della giornata! Quello che mi ha intristito nella visione del film, più che nella lettura del libro, non è tanto l'idea della donna media che mangia gelato in pigiama a casa e si restaura per uscire con un uomo che inevitabilmente la farà soffrire e per il quale si ubriacherà e pasteggerà a pane e nutella per una settimana intera, quanto che i giornali siano stati riempiti per mesi dalla notizia che l'attrice protagonista per interpretare questa normalissima donna media con i suoi difettucci si sia dovuta sottoporre a una dieta ingrassante per settimane! Allora è questo che sono tutte quelle donne che entrano in un negozio e si comprano una gonna e una maglia taglia M, quelle che, Dio le perdoni, ma ancora hanno addosso i segni della loro sessualità e posseggono seno e fianchi e non possono mettersi quei jeans a vita così bassa che finchè sei in piedi, possibilmente in apnea, sono anche belli, ma che se poi ti siedi o per caso riprendi fiato o peggio ancora ti casca qualcosa per terra e devi abbassarti ti spunta la pancia, la maglia si alza e ti si vede tutta la righa del sedere che per carità non c'è niente di più schifoso anche fossi miss italia?!! Sono il frutto di settimane e settimane di dieta ingrassante?! Allora poi che non ci si riempia la bocca di campagne per prevenire i disturbi alimentari o che non si chieda alla moda di non usare modelle anoressiche, perchè non è tanto la modella scheletrica che mi spaventa, quanto che si dica tutti festosi che finalmente anche l'alta moda veste modelle formose riferendosi a donne taglia 40! Non è il paragone con la Schiffer che come donna mi fa diminuire il mio livello di autostima perchè non sono stupida e so perfettamente valutare il suo stile di vita e quello di una donna qualsiasi, so che quando esce sulla passerella non avrà trascorso la precendete ora a lavare piatti e vestiti e non si sarà concessa come maggior trattamento di bellezza una doccia e un pò di crema idratante, che non avrà svolto come massima forma di ginnastica quella di pulire le scale di casa e non avrà spalmato sul viso un fondotinta da venti euro comprato anche con l'idea di concedersi una cosa in più visto che lavora, non sono stupida e so tracciare delle differenze e dei confini! Ma vedere una donna che deve interpretare tutte noi descritta come una che è stata messa all'ingrasso quello allora mi mortifica e mi dispiace ancora di più che la nostra indole femminile ci porti ad arrabbiarci più perchè Leonardo Di Caprio in Titanic muore perchè la Winslet aveva il culone che ingombrava sulla porta usata come zattera di salvataggio che non per essere descritte come dei maiali all'ingrasso che fanno anche fatica a rimanere così ... nella media! Povere Ceneretole ... in attesa di quel principe azzurro che salti per noi dalla scialuppa quanta nutella ci verrà voglia di mangiare ancora??!!!

Sangue del mio Sangue


Mi vesto probabilmente del mio abbigliamento più cinico o più realista, di quelli che difficilmente trovano consenso da parte degli altri, perchè alcune realtà sono troppo difficili da riconoscere, o forse perchè sono dettate da una visione che appartiene a un certo periodo della nostra vita che col tempo cambia, un pò perchè la natura vuole così, un pò perchè ci fa comodo per dare spazio alle nostre personali ambizioni e ai nostri desideri, che nel loro aspetto prettamente personale cadono inevitabilmente un pò nell'egoismo e in un pizzico di incoscienza, ingredienti che oggi come oggi, ma forse da sempre, ritengo siano indispensabili per prendere la decisione di cambiare il proprio stato in quello di genitore. Ci si potrebbe riempire la bocca di parole meravigliose a riguardo e sarebbe sicuramente più comodo, ma io questo gesto d'amore non riesco proprio a vederlo! Si dice che di solito dietro al buio ci aspetta una luce abbagliante e magari sarà così anche per questa cosa, dietro una visione negativa potrebbe celarsi una altrettanto positiva, ma in questo momento è quello che penso e parlare per raccogliere solo consensi non è mai stato il mio forte nè il mio desiderio principale. Penso che quello che facciamo lo facciamo per noi stessi, per appagare la nostra psiche e il nostro ego, anche nel gesto più generoso del mondo vi è sempre un tornaconto personale e non parlo di qualcosa di materiale, non necessariamente. Aiutare la vecchina ad attraversare la strada appagherà comunque in qualche modo la nostra persona e ci aiuterà a sentirci più in pace col mondo e con noi stessi, non che ci sia qualcosa di male, ma ritengo che questo meccanismo, in modo volontario e cosciente o meno, sia il motore che muove la maggior parte delle nostre azioni. Non sono un'appassionata di scarpe, vestiti e dello shopping in genere, fosse per me acquisterei tutto tramite catalogo e ancora rimpiango il vecchio Postalmarket! Non amo i gioielli, escluse un paio di cose, ma non mi piace l'oro in genere. Non sono una di quelle donne che rompono le scatole al proprio compagno se gioca mezz'ora alla playstation, sarà perchè i videogiochi mi hanno sempre appassionata e se mi ritrovo un joystick in mano mi trasformo in uno scaricatore di porto in ferie! Non sono la tipica donna che ama andare nel mega centro commerciale, fare spese, chiacchierare al bar con le amiche e tornare a casa senza la busta della spesa ma con l'ennesimo paio di scarpe nuove. Ci sono cose però in cui sono prettamente femminile, e non mi riferisco all'incapacità di parcheggiare una utilitaria come se stessi guidando un carroarmato, nè della repulsione per il calcio, anche se ancora oggi è un mistero per me come ci si possa appassionare a dei ragazzetti della mia età, se non più giovani, stramiliardari grazie a chi li guarda, che corrono per 90 minuti dietro a una palla e come questo possa far scaturire risse, dissapori fino a provocare feriti, aggressioni e morti! Mi riferisco più che altro al fatto che se indosso i miei guanti gialli da topolino della marigold e afferro uno spruzzino di napisan nessuno può fermare la donna-dash che è in me! Probabilmente sin dalla nascita così come un uomo viene geneticamente programmato per sporcare, una donna viene programmata per non sopportare la vista di quello sporco! Il punto non è legato a una visione preistorica per cui l'uomo caccia e la donna lo aspetta a casa per pulire le sue prede, e la domanda non è nemmeno perchè dopo che ti sei fatto la doccia non raccogli l'accappatoio che hai buttato in terra, non asciughi i prodotti che hai bagnato, non chiudi la boccetta dello shampoo e la sposti da sopra il davanzale della finestra e la rimetti nell'apposito contenitore, nè perchè non rimetti il pannarello al suo posto e non sopra l'asciugamano, il punto è Perchè l'accapotoio l'hai dovuto buttare per terra, per quale movimento hai dovuto bagnare con l'acqua tutti i prodotti che sono lontani dal getto della doccia, secondo quale logica ti è venuto comodo portare il pannarello fino al posto dell'asciugamano e riporre la bottiglietta dello shampoo sul davanzale, ti sei forse lavato i capelli conversando con i vicini?! Ecco, davanti a tutto questo il mio istinto di donna, moglie, compagna, sorella, figlia o quel che sia esce così predominante in me che non riesco e non riuscirei mai ad attuare la tecnica del "lo lascio così in modo che te capisca che è sbagliato" sia perchè un uomo nell' asciugarsi per sbaglio la faccia sul pannarello del bidet non ci vedrebbe chissà quale scandalo e non correrebbe a farsi disinfettare come farebbe una donna, sia perchè la mia vista si rifiuta di tollerare certe scene e deve assolutamente intervenire! Ai tempi delle prime uscite con le amichette del quartiere ricordo ore di attesa a casa della ragazzina di turno che, per decisione della madre, che intanto si guardava la 3999esima puntata della sua soap preferita, doveva lavare i piatti prima di potersi concedere il piacere di uscire. Non so se con gli anni queste cose abbiano forgiato il carattere di queste donzelle altrimenti scapestrate, so solo che a me non è mai stato imposto niente di questo tipo e oggi ho comunque una coscienza e una capacità di gestione dei miei spazi da poter invitare tranquillamente Mastrolindo a casa per un caffè senza vergogna. Mi accorgo sempre più spesso di avere in me, allo stesso modo, un grosso istinto materno. Mi accompagna quotidianamente anche in quello che è il mio lavoro, lavoro che altrimenti non potrei svolgere secondo me, non con la stessa cura. L'idea di avere una creatura tra le braccia frutto del mio amore che assomigli un pò a me un pò all'uomo che mi sono scelta, mi riempie il cuore anche solo come progetto ipotetico. Ma non posso evitare di leggere in queste parole un mio protagonismo e un mio personale punto di vista che mi sembra poco rispettoso verso la vita che un domani affacciandosi al mondo non sarebbe mio/a figlio/a ma sarebbe una persona a sè stante con tutto un bagaglio enorme di cose da affrontare e non so quanto la mia presenza potrebbe influire come aiuto e quanto potrebbe essere invece inutile o, ancora più spaventosamente, di intralcio. Quando rivedo in me il modo ansioso di mio padre, il vittimismo di mia madre, quando mi manca il respiro a causa delle aspettative di entrambi, spesso dettate persino da ignoranza, quando vedo la loro difficoltà nell'andare oltre il proprio naso, sinceramente poco mi consola il fatto di avere i loro stessi occhi o il loro naso! E quello che più mi spaventa è che queste considerazioni scaturiscano comunque da una persona privilegiata sotto molti punti di vista e non da una poverina capitata in una casa scapestrata. Anche io non sarei una madre scapestrata, sarei attenta all'alimentazione di mia figlia, non sarei una stolta che le da tutto quello che vuole, che sbaglia, che riversa il proprio giudizio su di lei senza fare niente per agevolare la riuscita di quei traguardi che con il solo sguardo il genitore stesso può imporre. Non la vestirei come fosse la mia bambola nè come fosse il mio piccolo uomo, avrebbe una sua personalità, farebbe sport, sarebbe motivata/o in questo, seguito per la scuola in modo non ossessivo, lasciato/a libero ma indirizzato, aiutato nella socializzazione e guidato nella scelta delle amicizie. Sarebbe tutto perfetto, ma la perfezione non esiste e pensare a una creatura creata da me che un domani pianga con i miei stessi occhi chiusa in bagno per una qualsiasi ragione piccola o grande che sia mi fa sentire un pò carnefice e giustificarlo a me stessa con la parola "amore" o con "se tutti la pensassero come me finirebbe il mondo" onestamente non mi basta.

Ostacoli


Sono le piccole cose che a volte mi fanno sentire le mani sporche di quella mentalità ben pensante che mi circonda. Come la maggior parte delle persone capaci di provare spesso sentimenti immensi e dalla spiccata sensibilità, non sono una che si lascia andare ad eclatanti manifestazioni di affetto, coltivo più che altro un mio mondo interiore dal quale traggo, a modo mio, l'affetto che provo per le persone che amo. Non sono mai stata, nemmeno nel pieno della prima adolescenza, da poco abbandonata, una di quelle che scrive sul diario di scuola dell'amica del cuore frasi come ti voglio bene sarai la mia amica per sempre i nostri mariti saranno fratelli tra loro e noi cognate e i nostri figli si somiglieranno per qualche ragione in cui altri vedranno malizia ma noi solo tanto amore!!! Non sono mai stata da baci e bacetti e quelli che te ne danno tre sulle guance per salutarti mi hanno sempre infastidito, come se avessimo due facce e tre guance, ma insomma! Quando poi per qualsiasi ragione e in qualunque circostanza mi sono per caso invaghita di qualcuno bè il gelo ha ricoperto il mio corpo e la mia mente ha cominciato a danzare come un derviscio, creando un divario abbisale tra quello che appariva e quella che era la realtà. La mia più grande manifestazione d'affetto è sempre stata l'abbraccio e la mia generosità nel condividere quello che ho, far toccare le mie cose più personali è come dare una parte di me, una manifestazione di fiducia totale, avviene raramente, ma quando avviene è bellissimo! Col passare del tempo ho preso coscienza del fatto che io sono così e questo è il mio carattere, a volte ne ho sofferto, a volte mi sono sgridata da sola perchè avrei voluto essere più espansiva, e che sia chiaro, io sono logorroica come nello scrivere quando voglio, e la dote della prolissità è in me come un fiume, ma essere apertamente e sinceramente espansivi lasciando entrare l'altro è cosa ben diversa! La mia capacità di sentire gli altri e di empatia a volte mi porta a farmi carico anche di cose che dovrebbero scivolarmi addosso per l'atteggiamento comune, ma se una cosa riguarda me, il patto di fiducia da firmare richiede impegno e vedere qualche goccia di sangue mi fa stare più tranquilla tutto sommato!! Col tempo ho smesso di sgridarmi, perchè adesso so che non ho mai detto "ti voglio bene" e meno che mai l'ho dimostrato se non mi usciva dagli occhi e dalle orecchie veramente e questa cosa, guardandomi intorno, mi riempie il cuore, apprezzata da chi apprezzo è una sensazione migliore dell'amata da tutti e da nessuno a parer mio. Quando ho scelto il mio lavoro non immaginavo quanto avrebbe influito sulla mia vita e quanto avrebbe in qualche modo colmato alcune lacune personali e arricchito altri aspetti del mio carattere. Il mio lavoro è la mia vita. Il mio lavoro me lo sono sudato e non ancora del tutto guadagnato purtroppo. Il mio lavoro è fatto di persone e queste persone non sono il mio lavoro, queste persone sono i miei sorrisi, i miei baci, i miei abbracci, il mio cuore che batte, le mie lacrime di gioia e commozione, il mio sudore, lo specchio delle mie paure e delle mie capacità, della mia debolezza e della mia forza. Il mio lavoro è spesso fonte di molta ipocrisia e molte volte mi sono interrogata e analizzata per capire quanto ne fossi esente o vittima anche io. Non si può essere perfetti, ma tutto quello che potevo controllare l'ho sempre controllato, potevo essere vittima delle barriere innalzate dalla società ma mai ne avrei alzata una io. Da pochi giorni ho creato questo blog, desiderosa di scrivere quello che pensavo senza la necessaria aspettativa di ricevere una risposta da qualcuno, senza aprire il mio cuore per una necessità fisiologica e dover scegliere tra gli indirizzi mail con chi farlo e finire per sceglire tra l'amica a cui hai già fatto due scatole così, quella che ormai ti vede sotto una certa ottica e ne sarà inevitabilmente influenzata, quella che già sai che non capirà e vedere le tue parole lanciate in faccia a chi ti ricambierà con qualcosa di deludente. Ho aperto questo blog per dire quello che mi sentivo, punto, la condivisione sarebbe stata una cosa in più, bellissima certo ma con un valore diverso da quella decsritta sopra. Ho inserito su google le parole "creare un blog" e ho scelto le indicazioni più semplice, incredula alla fine che la mia inesperienza tecnologica avesse realmente prodotto questo, semplice magari per qualcuno, ma per me uno spazio tutto mio. Invito in punta di piedi le prime persone e una su tutte, che a sua volta da poco mi ha invitata nel suo blog. Scopro così, involontariamente, di far sbattere il naso a questa persona meravigliosa su un muro che io ho innalzato, vittima dell'ignoranza di chi crea programmi senza tener conto di alcune sfumature dice lui, ma vittima o carnefice mi ritrovo a pubblicare i post a nome suo e questa cosa mi fa sentire parte di quella categoria di ben pensanti che cerca di fare, di dire , e poi invitabilmente, nella sua umanità, inciampa. Metto una toppa come posso, consapevole del fatto che c'è una conoscenza di fondo che fa escludere ogni pensiero anche solo lontano di voler evidenziare una diversità inesistente. Anche se in fondo devo dire che una diversità tra me e le persone che spesso ho accanto l'ho sempre notata, a differenza mia sono: quasi mai diffidenti, raramente vittime, la maggior parte delle volte espansivi e spessissimo sorridenti nei confronti delle vita e davanti alle piccole gioie!

Il Misterioso Universo Femminile


Detto con tutta onestà una delle cose che più mi irrita è quando sento un uomo esprimere concetti riguardanti la sessualità femminile! Non sono una femminista ma ho spesso la sensazione di conoscermi a malapena io come donna e trovo difficile che altri possano esprimersi a riguardo. Vorrei poter dire che essere donna significhi far sviluppare quel batuffolo meraviglioso che è ritratto nella foto che apre il post, ma non è sempre così o comuqnue non lo è solo nelle sue accezioni positive, di quel batuffolo ti rimane addosso tutta la fragilità e il bisogno di protezione che quando hai due mesi di vita è evidente e per il resto dei tuoi giorni devi invece raccontare con parole semplici che spieghino emozioni complicate alla ricerca di una parvenza di comprensione! Che sia chiaro, non parlo dell'indispensabilità dell'uomo forzuto che ci cambi la ruota della macchina quando buchiamo o che sappia quanti chilometri di strada si fanno con un pieno di benzina, parlo di ben altro molto meno materiale e per questo molto più complicato! Quest'oggi ho avuto la conferma che per sentir violato il proprio corpo di donna basta davvero poco, mani che ti toccano senza che siano mani che hai scelto e in quel frangente poco significa che siano quelle di un medico, anche donna non importa, ma l'arte di un dottore non dovrebbe essere quella di accogliere un paziente chiunque esso sia, ascoltarlo, stargli accanto e metterlo a proprio agio??? Ci aspettiamo che siano i politici a compiere il proprio lavoro come una sorta di missione quando non sono medici, infermieri e coloro che a cui dobbiamo rivolgerci al momento del bisogno a farlo?! Sui politici ci abbiamo rinunciato e infatti il paese va che trovare parole per descriverlo è al limite dell'impossibile, ma pensare che anche la sanità sia sullo stesso livello quasi mi terrorizza e non parlo nemmeno di sanità pubblica, dove lo sforzo maggiore è timbrare un cartellino! E' tutto una conseguenza di tutto, il lavoro si ottiene in modo mafioso e di conseguenza se si va alla cassa di un supermercato ci si trova un laureato gentile e cortese e se si va in uno studio medico si trova ignoranza e cafoneria che un pezzo di carta sul muro non ha potuto certo modificare negli anni! Sono spaventata, spaventata dal fatto che nonostante l'amore che ho dentro per il mio lavoro sto mettendo in gioco la mia serenità personale per riuscire ad ottenere ciò che dopo anni di sacrifici mi spetterebbe di diritto e spaventata dal fatto che lo stesso principio accompagni tutte le istituzioni in cui trovo persone a cui prima o poi sarò costretta a rivolgermi. Come donna a volte mi vedo "giustificare" cose come sbalzi di umore, pianti apparentemente immotivati, caldo improvviso, tristezza e allegria, la prima cosa che leggo negli occhi di chi mi è accanto è "sicuramente è in quei giorni particolari in cui le acque del mar rosso le fanno girare le ovaie!" Ah, bifolca ignoranza! Ma è difficile capire che quello che si vorrebbe non è accondiscendenza o giustificazione ma comprensione?! Arrivi alla conclusione che è difficile, per qualcuno lo è, così lo spieghi, ma magari le tue parole sono difficili così ne usi di più semplici ma spostando gli addendi il risultato non cambia! Devo dire che quando sento un uomo riempirsi la bocca con parole di cui non conosce il significato al solo scopo di apparire in televisione per una campagna politica mi saltano i nervi, quando vedo un uomo parlare di aborto e della tristezza e sofferenza del feto come fosse una parte slegata dalla donna divento isterica, quando sento parlare di "rispetto della vita umana" nei confronti di un feto quando poi nessun rispetto si ha per chi si ha accanto allora mi intristisco oltretutto, ma poi mi passa e mi rimane addosso il terrore, il terrore dell'ignoranza, l'ignoranza di un medico che ti fa una visita in modo poco delicato, l'ignoranza di un infermiere che si scorda di sorriderti mentre armeggia col tuo corpo, l'ignoranza di un impiegato asl che strabuzza gli occhi mentre gli parli e probabilmente nel farttempo compila la lista della spesa nella sua testa, l'ignoranza di un principale di un posto di lavoro che non sa intuire chi gli sta offrendo il cuore per quel posto, l'ignoranza di chi parla di ciò che non conosce e con le sue parole scalfisce il mio mondo, perchè in questo misterioso universo si sono scordati forse di darci uno scudo e un elmetto oltre che una conchiglia e della spuma da cui nascere perchè a volte il meraviglioso universo femminile mi sembra dotato di uno strato di pelle in meno per difendersi dall'universo esterno.