giovedì 31 dicembre 2009

Sangue del mio Sangue


Mi vesto probabilmente del mio abbigliamento più cinico o più realista, di quelli che difficilmente trovano consenso da parte degli altri, perchè alcune realtà sono troppo difficili da riconoscere, o forse perchè sono dettate da una visione che appartiene a un certo periodo della nostra vita che col tempo cambia, un pò perchè la natura vuole così, un pò perchè ci fa comodo per dare spazio alle nostre personali ambizioni e ai nostri desideri, che nel loro aspetto prettamente personale cadono inevitabilmente un pò nell'egoismo e in un pizzico di incoscienza, ingredienti che oggi come oggi, ma forse da sempre, ritengo siano indispensabili per prendere la decisione di cambiare il proprio stato in quello di genitore. Ci si potrebbe riempire la bocca di parole meravigliose a riguardo e sarebbe sicuramente più comodo, ma io questo gesto d'amore non riesco proprio a vederlo! Si dice che di solito dietro al buio ci aspetta una luce abbagliante e magari sarà così anche per questa cosa, dietro una visione negativa potrebbe celarsi una altrettanto positiva, ma in questo momento è quello che penso e parlare per raccogliere solo consensi non è mai stato il mio forte nè il mio desiderio principale. Penso che quello che facciamo lo facciamo per noi stessi, per appagare la nostra psiche e il nostro ego, anche nel gesto più generoso del mondo vi è sempre un tornaconto personale e non parlo di qualcosa di materiale, non necessariamente. Aiutare la vecchina ad attraversare la strada appagherà comunque in qualche modo la nostra persona e ci aiuterà a sentirci più in pace col mondo e con noi stessi, non che ci sia qualcosa di male, ma ritengo che questo meccanismo, in modo volontario e cosciente o meno, sia il motore che muove la maggior parte delle nostre azioni. Non sono un'appassionata di scarpe, vestiti e dello shopping in genere, fosse per me acquisterei tutto tramite catalogo e ancora rimpiango il vecchio Postalmarket! Non amo i gioielli, escluse un paio di cose, ma non mi piace l'oro in genere. Non sono una di quelle donne che rompono le scatole al proprio compagno se gioca mezz'ora alla playstation, sarà perchè i videogiochi mi hanno sempre appassionata e se mi ritrovo un joystick in mano mi trasformo in uno scaricatore di porto in ferie! Non sono la tipica donna che ama andare nel mega centro commerciale, fare spese, chiacchierare al bar con le amiche e tornare a casa senza la busta della spesa ma con l'ennesimo paio di scarpe nuove. Ci sono cose però in cui sono prettamente femminile, e non mi riferisco all'incapacità di parcheggiare una utilitaria come se stessi guidando un carroarmato, nè della repulsione per il calcio, anche se ancora oggi è un mistero per me come ci si possa appassionare a dei ragazzetti della mia età, se non più giovani, stramiliardari grazie a chi li guarda, che corrono per 90 minuti dietro a una palla e come questo possa far scaturire risse, dissapori fino a provocare feriti, aggressioni e morti! Mi riferisco più che altro al fatto che se indosso i miei guanti gialli da topolino della marigold e afferro uno spruzzino di napisan nessuno può fermare la donna-dash che è in me! Probabilmente sin dalla nascita così come un uomo viene geneticamente programmato per sporcare, una donna viene programmata per non sopportare la vista di quello sporco! Il punto non è legato a una visione preistorica per cui l'uomo caccia e la donna lo aspetta a casa per pulire le sue prede, e la domanda non è nemmeno perchè dopo che ti sei fatto la doccia non raccogli l'accappatoio che hai buttato in terra, non asciughi i prodotti che hai bagnato, non chiudi la boccetta dello shampoo e la sposti da sopra il davanzale della finestra e la rimetti nell'apposito contenitore, nè perchè non rimetti il pannarello al suo posto e non sopra l'asciugamano, il punto è Perchè l'accapotoio l'hai dovuto buttare per terra, per quale movimento hai dovuto bagnare con l'acqua tutti i prodotti che sono lontani dal getto della doccia, secondo quale logica ti è venuto comodo portare il pannarello fino al posto dell'asciugamano e riporre la bottiglietta dello shampoo sul davanzale, ti sei forse lavato i capelli conversando con i vicini?! Ecco, davanti a tutto questo il mio istinto di donna, moglie, compagna, sorella, figlia o quel che sia esce così predominante in me che non riesco e non riuscirei mai ad attuare la tecnica del "lo lascio così in modo che te capisca che è sbagliato" sia perchè un uomo nell' asciugarsi per sbaglio la faccia sul pannarello del bidet non ci vedrebbe chissà quale scandalo e non correrebbe a farsi disinfettare come farebbe una donna, sia perchè la mia vista si rifiuta di tollerare certe scene e deve assolutamente intervenire! Ai tempi delle prime uscite con le amichette del quartiere ricordo ore di attesa a casa della ragazzina di turno che, per decisione della madre, che intanto si guardava la 3999esima puntata della sua soap preferita, doveva lavare i piatti prima di potersi concedere il piacere di uscire. Non so se con gli anni queste cose abbiano forgiato il carattere di queste donzelle altrimenti scapestrate, so solo che a me non è mai stato imposto niente di questo tipo e oggi ho comunque una coscienza e una capacità di gestione dei miei spazi da poter invitare tranquillamente Mastrolindo a casa per un caffè senza vergogna. Mi accorgo sempre più spesso di avere in me, allo stesso modo, un grosso istinto materno. Mi accompagna quotidianamente anche in quello che è il mio lavoro, lavoro che altrimenti non potrei svolgere secondo me, non con la stessa cura. L'idea di avere una creatura tra le braccia frutto del mio amore che assomigli un pò a me un pò all'uomo che mi sono scelta, mi riempie il cuore anche solo come progetto ipotetico. Ma non posso evitare di leggere in queste parole un mio protagonismo e un mio personale punto di vista che mi sembra poco rispettoso verso la vita che un domani affacciandosi al mondo non sarebbe mio/a figlio/a ma sarebbe una persona a sè stante con tutto un bagaglio enorme di cose da affrontare e non so quanto la mia presenza potrebbe influire come aiuto e quanto potrebbe essere invece inutile o, ancora più spaventosamente, di intralcio. Quando rivedo in me il modo ansioso di mio padre, il vittimismo di mia madre, quando mi manca il respiro a causa delle aspettative di entrambi, spesso dettate persino da ignoranza, quando vedo la loro difficoltà nell'andare oltre il proprio naso, sinceramente poco mi consola il fatto di avere i loro stessi occhi o il loro naso! E quello che più mi spaventa è che queste considerazioni scaturiscano comunque da una persona privilegiata sotto molti punti di vista e non da una poverina capitata in una casa scapestrata. Anche io non sarei una madre scapestrata, sarei attenta all'alimentazione di mia figlia, non sarei una stolta che le da tutto quello che vuole, che sbaglia, che riversa il proprio giudizio su di lei senza fare niente per agevolare la riuscita di quei traguardi che con il solo sguardo il genitore stesso può imporre. Non la vestirei come fosse la mia bambola nè come fosse il mio piccolo uomo, avrebbe una sua personalità, farebbe sport, sarebbe motivata/o in questo, seguito per la scuola in modo non ossessivo, lasciato/a libero ma indirizzato, aiutato nella socializzazione e guidato nella scelta delle amicizie. Sarebbe tutto perfetto, ma la perfezione non esiste e pensare a una creatura creata da me che un domani pianga con i miei stessi occhi chiusa in bagno per una qualsiasi ragione piccola o grande che sia mi fa sentire un pò carnefice e giustificarlo a me stessa con la parola "amore" o con "se tutti la pensassero come me finirebbe il mondo" onestamente non mi basta.

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