venerdì 1 gennaio 2010



Probabilmente ti amerò per sempre, non solo per quello che tu sei ma anche per tutto quello che rappresenti in questa mia realtà che brama la tua presenza, che è orfana delle tue mani e della tua voce, della disarmante naturalezza del tuo eccezionale essere, dei sorrisi e degli sguardi che tutto potevano significare e che tante cose erano per me: quel sentirmi viva che niente, neppure il sogno, potrà mai comparare.

Le Cose degli Altri



Potrei giurare di non essere una persona invidiosa, non nel senso negativo del termine almeno! Anzi la maggior parte delle volte sono spinta da una sorta di bassa autostima personale per la quale riesco a vedere negli altri sempre qualcosa di più bello o più brillante rispetto a me, ma più che altro ne traggo spunto per migliorare me stessa, o per denigrarmi da sola, a seconda dello stato d'animo! Comunque mai per essere invidiosa in modo malizioso o maligno. Non invidio vestiti, scarpe e gioielli delle altre, perchè tutto sommato posso comprarmi ciò che desidero. Non invidio i soldi in genere, se non in situazioni di estrema ricchezza, di quelle così lontane dalla propria realtà che non è nemmeno peccato pensarci! Non invidio le persone particolarmente alte, pur non essendo io altissima, perchè le donne con i piedi lunghi e le scarpe col tacco numero quaranta mi hanno sempre fatto impressione! Non invidio le macchine in genere, perchè la mia mi calza a pennello e di cerchi in lega, sedili in pelle, autoradio che ruotano, carrozzeria che si lava e lucida da sola non me ne importa niente e la mia macchina nella sua semplicità e utilità racconta un pò di me ed è pregna di bei ricordi di ogni tipo! Non invidio gli sportivissimi, non perchè non mi piacerebbe essere più allenata e in forma, ma perchè l'idea di consacrare la mia vita allo sport non mi entusiasma. Non invidio nemmeno la categoria delle "veline-subrettine-passaparoline-vallettine-fidanzatine dei calciatorini" perchè tutto sommato non è un ambiente che mi piace e al quale mpiacerebbe appartenere, se non fosse che per i guadagni facili ... che poi tanto facili non li trovo, visto che mostrare tette e culo al mondo magari mentre mio padre e mia madre cenano a casa di fronte alla tv con me che sculetto non mi entusiasmerebbe nemmeno un pò! Non invidio i laureati, sia perchè oggi il pezzo di carta non serve a niente, sia perchè la mia laurea e i miei traguardi li ho raggiunti da sola, con le mie forze e con splendidi risultati! Le sole cose che invidio in un certo senso, mi sono state inculcate da questo mondo marcio in cui vivo, ovvero la leggerezza e l'incoscienza con cui alcune persone fanno cose per cui io mi arrovello senza nemmeno scendere a compromessi in fondo, perchè purtroppo il mondo ormai è di questa gente! E sempre coerentemente con questa filosofia invidio i cosìdetti miracolati della linea, non quelli magri ma perchè stanno sempre attenti o perchè digeriscono come un colitico dopo una mangiata da cerimonia (categoria a cui appartengo!) ma quelli che mangiano tutto e non sanno che significhi sentirsi in colpa dopo visto che per loro non c'è nessun dopo ... invidio questo tipo di libertà e forse in questa cosa si, pecco un pò di quella invidia meno pura rispetto ad altre! Ma se proprio devo ammettere un peccato nel vero senso della parola, allora non è nemmeno invidia, perchè io in fondo non invidio il rapporto che ha con "lei", è più che altro un desiderio, che niente ha a che vedere con la definizione di adulterio, ma che temo Mosè inserirebbe tra i dieci comndamaneti con questa spiegazione! Dal latino adultarare (corrompere) l'adulterio è una relazione sentimentale o carnale fra due persone delle quali almeno una già coniugata e/o in corso di matrimonio con un'altra persona. Violazione della fedeltà coniugale. Devo dire che non concordo nemmeno un pò con questa definizione, soprattutto quando dice che si tratta di una realzione inevitabilmente carnale ... io ritengo che i tradimenti più grandi siano quelli mentali, non il pensare al partner di altri per carità, ma il creare con un altro/a un feeling e un'affinità mentale che è cosa ben più grande del mero sesso! Il desiderio della persona per ciò che è, ciò che dice per quello che rappresenta, per lo spelndore del suo sorriso, per la meraviglia delle sua mani, per il suo gesticolre colmo della sua particolarità, per la dolcezza e la disponibilità che lo contraddistinguono, per la voce, coro delle sirene di Ulisse, per il profumo, per la disarmante capacità di ascoltare e comprendere, Cosa che più Rara non c'è! Per la musica della sua presenza, per la luce che sprigiona, per la capicità di far innamorare follemente chi ha accanto senza la minima intenzione di far si che questo avvenga, perchè accanto a lui ogni paragone non ha voce in capitolo, per le mani che tremano e gli occhi che brillano, per quel sentirmi viva che non provo se non accanto a lui. Potrei fare una lista lunga dieci pagine di persone che non hanno mai provato nemmeno lontanamente tutto questo e non ne avrebbero colpa certo, se non fosse che sono di sicuro fidanzate o sposate! Di quelle che hanno il maritino che le porta al mare la Domenica pomeriggio e che poi fanno i magheggi sul posto di lavoro per stare mezz'ora con qualcuno che le sappia ascoltare o capire quando parlano! E allora quella che dovrebbe non provare tutto questo sono io?! No, mi rifiuto di vederla così! In fondo io non voglio le cose degli altri ... io voglio lui!!!!

giovedì 31 dicembre 2009

Calamita


C. ha 30 anni, arrivato a questa vereconda età contro le aspettative di tutti, vive con i genitori anziani e ha imparato ormai ad essere autonomo per un sacco di cose davvero: rifare il letto, sparecchiare la tavola, lavare i piatti, pulire per terra, aggiustare la coperta del letto, piegare l'unica tuta che accetta di utilizzare come pigiama, ripulire il bagno dopo averlo usato così da permettere a chi viene dopo di farne uso senza problemi. Ha imparato ad usare la televisione, lo stereo e il lettore dvd. Sa allacciarsi le scarpe da solo, sa attraversare la strada al semaforo, sa salire sul pulman che lo riporta a casa. Non ama molto disegnare, adora invece ballare. C. ha dei profondi occhi scuri e dei folti capelli neri. C. non ama il contatto con le persone, si avvicina solo quando vuole lui e come dice lui. E' affettuoso, spiritoso, divertente e quando non c'è se ne sente fortemente la mancanza. C. ha una forma di psicosi detta sindrome della x fragile. C. adora i film e ha una collezione di dvd da fare invidia a Blockbuster! Quando C. guarda un film rimane colpito principalmente da determinate cose: le scarpe, le calze, i capelli, le sigarette, le porte. E questa è solo una delle tantissime cose che rende C. molto meno "diverso" di quanto l'ignoranza di tanti primi della classe vorrebbero invece farlo sentire. Ognuno di noi, consapevolmente o meno, in ogni circostanza della propra vita, rimane colpito da qualcosa che per svariate ragioni sente vicino al proprio mondo. Quante e quali possano essere queste cose non ci è dato saperlo, se non nel momento stesso in cui suscitano in noi un'emozione. Quanti siano i prodotti tra televisione e cinema che possono avere come unico scopo quello di accarezzare la parte più infantile e adolescenziale del nostro essere è impossibile a dirsi vista la prolifica produzione. La linea di demarcazione della demenzialità è sempre meno spessa, non voglio comunque dilungarmi in una scontata arringa contro i programmi spazzatura, ritengo infatti che tutto possa essere visto e valutato, l'importante è farlo con senso critico e con la mente sempre aperta, aperta in modo attivo e non aperta per essere riempita. I telefilm adolescenziali penso che non mi stuferanno neppure tra vent'anni! E che ci posso fare?! Suona la sveglia, lei si alza, indossa un pigiama in seta con le spalline (che ti fa nascere il senso di colpa per il pigiamone in pile con gli orsacchiotti che indossi tu fino a primavera!) si reca in bagno e pettina i capelli che ovviamente sono già composti e setosi, apre la doccia e dopo pochissimo è già pronta per il trucco (niente ore di fono, vetri appannati, piastre che fumano), con un tocco di rimmel e fondotinta ha un trucco da favola che resterà così tutto il giorno, indossa un vestitino carinissimo (che tu vedendonolo non riesci a pensare a nessuna occasione su questo pianeta che ti consentirebbe di indossarlo senza dare nell'occhio o essere derisa) prende la macchina e arriva a lavoro o a scuola, all'università, non è importante. Arrivata raggiunge la sua comitiva di circa dieci persone, tra queste ovviamente il più figo è il suo ragazzo. Pranzano insieme con un sandwich (così calorico che ti domandi come possa il vestito non strapparglisi al primo morso). Il pomeriggio di solito sembra durare quella ventina di ore per cui lei riesce a: studiare, uscire con le amiche, preparare la cena per la sua famiglia, curarsi e farsi bella. La sera telefonata romantica e poi a letto. Chi sta pensando "E quindi? cosa vorresti dimostrare che i telefilm stampo americano non rispecchiano la realtà? che scoperta!" sbaglia di grosso. Non è questo il punto. Il punto è:cosa mi colpisce di tutto questo? Non le scarpe, i vestiti ... la tv, i telefilm sono fatti anche per sognare, sognare e non pensare che i capelli, il trucco non sono frutto di una ragazza ma di una troupe di truccatori, nè che i tempi non sono reali, sognare e immaginarsi in queste vesti ... e allora sogniamo ... che si spenga il cervello per un attimo ... che caschino gli scudi di difesa e che si dica: quello che mi colpisce di più di tutta questa immagine è la comitiva di amicizie che la ragazza raggiunge appena scesa dalla macchina. Le amiche che ci sono nei film e nei telefilm sono sempre meravigliose, di quelle che le chiami di notte e corrono e passano la nottata sul gradino davanti la porta di casa tua a parlare portando con sè gelato e birra, di quelle che se ti lasci col tuo ragazzo e sei nervosa e le mandi a quel paese ti piombano in casa con patatine e films perchè non potrebbero mai lasciarti sola quando sei triste, di quelle che ti accompagnano dal parrucchiere e fanno ore di fila con te, che ti suggeriscono sempre il vestito giusto, che non hanno mai impegni che non includano anche te, che ti mandano i messaggi per farti compagnia e ti fanno le telefonate, quelle amiche stile sex and the city: tacchi a spillo, uomini, locali, cibo, soldi, vestiti e un legame inossidabile, per sempre! Si sente spesso dire che oggi ormai internet non solo è parte integrante della vita delle persone ma spesso ne sostituisce quasi tristemente una parte, non raramente la parte dedita alla vita sociale. Non sta a me dire quanto questo avvenga nè se sia giusto o meno, ma si può affermare che queste persone non possono che guardare in modo sognante le scene da telefilm descritte sopra. Sono per ora contenta dell'equilibrio con cui virtuale e reale fanno parte della mia vita, ma sono altrettanto capace di empatìa verso quelle persone che incontrano spesso conoscenze non proprio idilliache, quelle che se devi fargli una telefonata devi prima prendere un appuntamento, che sono impegnatisssssime (e se poi le frequenti da vicino per un mesetto ti accorgi che non fanno niente di che e che sono solo disorganizzate e sole più di te) quelle che hanno sempre il cellulare o scarico, o in borsa o col credito a zero, una delle condizioni più irritanti al mondo! Quelle che poi un giorno di domenica quando sei a tavola con la tua famiglia e davvero potresti rispondere sono impegnata non disturbate, ti chiamano a casa (e ti domandi come abbiano fatto a ricordarsi il numero del tuo telefono fisso) per chiederti cose come "sono sulla strada statale 134 vicino ad un bivio nei pressi di una cittadina che confina con la città in cui si trova casa tua, ho il serbatoio al verde che ho dimenticato di fare benzina (per i troppi impegni dici nella tua testa) sai dove posso trovare un benzinaio che abbia però la benzina verde, senza piombo, per motore xxxhhykkk ultimo modello della sddvgjkio?" e quello che più di da fastidio in tutto questo non è lei, ma sei tu, perchè ti ha trovata, disponibile e subito reperibile, cosa che a te con lei non capita mai! Carrie Bradshaw questa gente non la incontra mai!!!!!!!! Mi domando allora, perchè C. viene colpito dalle scarpe, le calze, i capelli, le sigarette, e le porte quando guarda un film? Perchè sono forse spunti di cose che ritrova nella sua vita reale e che gli permettono di spaziare con la fantasia? Perchè fa un uso molto più intelligente del mezzo cinematografico e televisivo di quanto non ne facciano la maggior parte delle persone: sogna. E il sogno compensa le mancanze della nostra vita quotidiana. Quella vita in cui, in una folla di qualsiasi tipo, si ha la capacità di attirare a sè, come una calamita, proprio quelle persone che potranno con la loro presenza alimentare il seme dell'assenza e ci porteranno a sognare davanti a uno schermo un rapporto di complicità e amicizia vera talmente raro da accarezzare la parte più adolescenziale di ognuno di noi.

Patate e Salsicce


Alimentazione equilibrata ed attività fisica, il dogma della vita sana! Ovunque, in qualsiasi periodo dell'anno, vi sono le condizioni per esortare alla conduzione di una vita controllata e corretta: a Settembre per la ripresa delle attività lavorative, a Gennaio con l'anno nuovo dopo gli stravizi delle festività, ad Aprile dopo la cioccolata delle uova di Pasqua, a Giugno quando la prova costume è alle porte, ad Agosto quando bere tanto è non solo utile ma anche indispensabile e la frutta è più buona! La frutta, la verdura, l'acqua, le amiche di tutte noi, cose così semplici e comuni che contengono il segreto per la nostra salute! Aggiungerci poi una camminata di mezz'ora al giorno, magari all'aria aperta con un paio di scarpe comode è l'ideale, un piccolo sacrificio per un risultato che merita e che alleggerisce il corpo e lo spirito! Al giorno d'oggi poi se proprio non si dovesse trovare il tempo per una camminata all'aperto o se la vita in città dovesse ostacolare la voglia di jogging allora si puà trasformare la propria camera in una palestra, comprare un attrezzo da riporre sotto al letto e tirare fuori solo al bisogno, ci viene spedito, montato e preparato solo per la nostra salute, perchè la salute è una cosa preziosa e questa è una cosa innegabile. Ho letto una volta i pensieri di un ex obeso che era riuscito con anni di sacrifici a dimagrire, come tutte le cose che richiedono un percorso lungo alla fine in qualche modo ci si dimentica di alcune sensazioni e si finisce col trasformarsi in quei soggetti che prima ci irritavano, questa persona affermava così che se passi tutta la giornata a mangiare e davanti al televisore, bè allora Te Lo Meriti di non essere sano! Onestamente non sono d'accordo nemmeno lontanamente. Non so secondo quale princìpio si possa stabilire chi merita di essere in salute oppure no. Oggi come oggi la magrezza è associata così tanto al concetto di bellezza e salute che quando ci si inizia a riprendere da una brutta influenza o da qualcosa che ci ha constipati quasi quasi si desidererebbe mantenere quel cammino di equilibrio ritrovato e di depurazione dato dal vomito e dalla dissenteria che magari ci hanno fatto il favore di farci visita scavando le guance paffute e sgonfiando la pancia e fianchi rigonfi. Si torna a lavoro e si ricevono complimenti, complimenti per come si sta Meglio adesso che un virus ci ha consumati un pò. Ritengo che la salute non possa essere descritta e che il concetto di vita sana sia molto più ampio di quanto non possano descrivere i cibi mangiati e lo sport affettuato. Con questo non voglio giustificare nè difendere un comportamento irrispettoso del proprio corpo, assolutamente, ma penso che non si possano emettere sentenze riguardo ad un meccanismo che a mio parere, come tutte le dinamiche decisive della vita di ognuno di noi, non segue nessuna logica a noi comprensibile. L'ignoranza è una delle cose più difficili contro cui combattere, crea una sorta di bolla in cui tutto sommato si sta meglio di quanto conceda la conoscenza, conoscere infatti comporta sempre un'analisi e una valutazione e un conseguente cambiamento, cabiamento che non potrà mai avvenire senza un impegno personale. Conoscere però ci permette di scegliere e la scelta ci da un potere decisionale. Si può scegliere di informarsi, di non seguire la massa, quella scìa di lettori di riviste che mangia minestrone per un mese e poi si lamenta con la propria vicina di non aver visto cambiamenti sul proprio corpo. Si può scelgliere di non ingurgitare pillole, perchè se è vero che si può in maniera egualmente spavenotosa e leggittima arrivare a desiderare un giorno da sani a discapito di una vita di insoddisfazione, è altrettanto vero che riempirsi di merda per far arricchire degli strozzini è un insulto alla vita stessa, sia essa vissuta anche solo anelando a quell'unico giorno. Informarsi: pochi carboidrati, distribuiti durante la giornata, poco caffè, pochi zuccheri possibilmente tutti assunti la mattina e comunque non oltre le 17, scoprire con stupore che lo zucchero è contenuto in molti più alimenti di quanto si possa pensare, il rosso dell'uovo è ricco di colesterolo, il bianco invece di sane proteine, acquistare carni in posti controllati, prediligere quelle bianche, cotture al vapore, verdure per dare il senso di sazietà, tonno al naturale, una volta ogni tanto concedersi un piccolo sgarro, usare carbone vegentale per assorbire i gas, latticini una volta la settimana, meglio il riso che la pasta di grano, sughi e condimenti leggeri, bere fino a 3 litri d'acqua giorno. Organizzarsi: stabilire una alimentazione settimanale con cose che ci piacciano tra quelle concesse, muoversi, segnarsi in palestra o usare un attrezzo in casa. Superare gli imbarazzi: aspetto indecente durante l'attività fisica, assenteismo durante i rinfreschi vari.Tirare le somme: valutare i risultati che dovrebbero ripagarci del sacrificio svolto. Tutto questo non segue mai una regola matematica ... ne consgue un Guardare Le Cose Da Una Nuova e Imperante Prospettiva: Siamo quello che mangiamo. Siamo ciò che vogliamo essere. Siamo gli artefici della nostra condizione. I sacrifici vengono ripagati. Una sana alimentazione è salute. Ci si può credere. Ci si può impegnare. Ci si può scoraggiare quando alle 17e30, ora dopo la quale nessun carboidrato e nessuno zucchero avvicina più il nostro corpo da giorni, sul posto di lavoro una ipotetica collega alta, magra, Sana, azzanna una torta salata con Patate e Salsiccie bagnando il tutto con della Coca Cola gassata e zuccherina???????? No, non si può, si Deve!!!!!!!!!!!!!!! Se rileggo che a seconda dello stile di vita la salute è qualcosa che si merita o meno di avere potrei urlare!

Due Pesi Due Misure


A volte mi chiedo se sia inevitabile valutare ciò che ci riguarda personalmente in modo diverso da ciò che vediamo negli altri. Forse si. Personalmente ho una tendenza che non mi piace granchè, finisco col proiettare su me stessa i problemi degli altri, non nel senso di farmene carico, ma nell'ottica in cui mi viene spontaneo pensare come mi sarei sentita io se mi fossi trovata in una determinata situazione, la cosa non mi logora, però la domanda me la pongo sempre e anche solo per pochi istanti sento sulla mia pelle la sensazione bella o brutta che può vivere la persona protagonista di una eventuale situazione. Non trovo che questo comportamento sia giusto, ma è così. Allo stesso modo non ritengo dei migliori neanche l'atteggiamento di chi si lascia scivolare tutto addosso come l'olio, la filosofia tipica del finchè non tocca la mia pelle non lo sento. Molto spesso mi rendo conto che tutto quello che viene donato risulta scontato e ovvio da avere e quando si tratta invece di dare agli altri l'ago della bilancia si sposta con fatica. Questo è un meccanismo valido per molte situazioni, dalle più semplici a quelle che coinvolgono i sentimenti più profondi. Non voglio sembrare la buona samaratina di turno, per una ragione o per un'altra tutti tendiamo a tutelare noi stessi innanzitutto, e penso sia un istinto naturale e comprensibile anche, ma ciò di cui parlo è una cosa diversa. Gli ostacoli personali sembrano sempre insormontabili, mentre le cose degli altri hanno una soluzione a portata di mano e ci sembrano molto più frutto del poco impegno altrui più che il risultato di diverse difficoltà e si è sempre pronti a dare consigli. Diceva bene De Andrè si sa che la gente da buoni consigli se non può più dare cattivo esempio! Non voglio fare considerazioni inutili, fastidiose e forse scontate, vorrei solo esprimere la mia amarezza e, in una società che inneggia al magro, che pubblicizza bilance da cucina che indicano calorie e condimenti di ogni singolo piatto e bilance pesa persone che stampano anche le analisi di quanto ingerito un anno prima, che almeno questa di bilancia simbolica, lasci a volte che l'ago penda verso l'eccesso e non sempre verso il difetto, o che mantenga almeno un'equità. Sarebbe bello!

Il Male di Oggi


Penso che neanche Tonino Guerra potrebbe non esclamare in queso momento: ma che fine faremo??? La mia pelle è personalmente toccata e segnata dal dirupo che il Paese in cui vivo ha intrapreso, cerco comunque di non farmi scalfire troppo, invano a volte, ma ci provo, mi aggrappo con le unghie e con i denti, ma più si va avanti più mi sembra che non ci sia più niente a cui aggrapparsi, il dirupo sta diventando fanghiglia e la fanghiglia melma! Non solo si sta creando una situzione che più precaria non si potrebbe, si sta anche distruggendo quello che vi era di stabile! L'impegno, la voglia di fare, le cose conquistate col sudore non esistono più, non vi è più niente da conquistare! Due anni fa si aprì un bivio di fronte a me e intrapresi la strada che mi indicava il mio cuore, non sono pentita della mia scelta per tutte le cose meravigliose che mi ha donato e i ricordi, le sensazioni, le emozioni che pensavo quasi dimenticate e che più rare non si può ... rimane comunque il rovescio della medaglia, la scadenza dell'esperienza in sè e come tutte le cose che quando vissute ci riepiono gli occhi e l'anima di luce, una volta finite lasciano cenere e difficoltà. Il cuore sopravvive e magari col tempo ricomincia a vivere e non solo a cercare di tenersi in piedi, non può fare altrimenti. Non posso negare a me stessa che molte volte ho pensato come sarebbe stato se di fronte a quel bivio avessi intrapreso la strada alternativa, oggi mi dico che non sarebbe cambiato nulla se non il rimpianto di quanto invece ho potuto vivere. Oggi mi dico che non ho colpe, che non posso rimproverarmi niente, e questo non è assolutamente una consolazione, anzi, è una desolazione enorme, perchè la questione è che nessuna delle due strade avrebbe portato a una conclusione semplice, o forse proprio non avrebbe potuto contenere una soluzione! Ma allora che senso hanno gli sforzi fatti? I sacrifici? L'impegno? L'amore regalato e ricevuto? I sorrisi e le lacrime prima di ogni passetto affrontato con lo spirito di chi stava raggiungendo una meta? Ecco un errore forse l'ho compiuto, dare per scontato che la meta ci fosse, frutto dell'impegno profuso, che sciocchezza! Non voglio entrare in discorsi politici, anche perchè ho appena cenato e non voglio immergermi nella melma, ma vedendo in questi giorni le manifestazioni degli universitari e non solo mi viene da pensare molte cose, ci stanno levando i diritti basilari, anche per far studiare un figlio adesso bisognerà ricorrere alla raccomandazione di qualcuno! Da una parte forse è meglio così, almeno si renderà conto dello schifo che lo circonda già dall'età di diciotto, diciannove anni e non dopo cinque anni di sangue sputato sui libri! Meglio saperle subito certe cose! Una riforma universitaria andrebbe fatta davvero, tutta quella gente che si segna e sta là dentro per anni, a 39 anni adesso si è ancora studente fuori corso, più ridicoli della pubblicità di Mike Bongiorno con la toga! Ridimensionare i tempi, fornire servizi decenti, non rubare i soldi per prove d'ingresso che non servono a niente, questo andrebbe fatto, invece si sta andando nella direzione opposta, così i figli di papà con i soldi ma senza voglia staranno dentro a vita e un poveraccio medio borghese con capacità rimarrà fregato! Questa è l'italia amici miei! Non sono mai stata tanto favorevole a una manifestazione come in questo caso, peccato risulti inutile come sempre perchè tanto noi siamo italiani e abbassiamo il capo davanti a tutto, lo dimostra il fatto che abbiamo un Governo che nessuno ammette di aver votato ma che ha vinto con una maggioranza evidente. Neanche il coraggio di dichiarasi artefici del proprio male. Il problema è che non vi è più niente in cui sperare, è tutto infangato e sporco. Ma tutte quelle persone che stanno accumulando punteggi per le supplenze nelle scuole che fine faranno? Come se già non ci fossero leggi ridicole, riconoscimenti ingiusti riguardo ai titoli di studio in base all'anno in cui si è conseguito, bisognerebbe avere la sfera di cristallo per fare scelte che a 13 anni possano esserti di aiuto quando avrai il doppio dell'età! Tutte quelle persone che hanno impiegato soldi e tempo nei corsi privati per l'insegnamento, i corsi S.I.S. ladri autorizzati dalla stato, che fine faranno? Non ho parole, non ho rispote, o ho paura di averle! Che dire? "Gianni, l'ottimismo è il profumo della vita!" ammesso che lo stesso Gianni ormai non si sia comprato del cordame!!!

Complicato ...?


Quello che sto per scrivere potrebbe essere frainteso. Ho sempre ritenuto che la scrittura riveli di una persona molto più di quanto non facciano le parole o la conoscenza diretta, è il metodo che ho usato ed uso in tutte le occasioni in cui desidero comunicare qualcosa di importante, che sia un sentimento o uno stato d'animo invariabilmente. Non sono d'accordo con chi dice che ormai la teconologia ci toglie personalità, ritengo che vi sia più di me stessa in queste pagine telematiche di quanto non potrà mai esserci nella maggior parte dei rapporti formali che la quotidianeità mi porta ad intrattenere. Quando frequentavo le scuole superiori scrivevo temi mediocri, non perchè non fossi in grado di comporre di meglio, ma perchè ero infastidita dallo sguardo della frustrata Arsinoè (simbolo dell'invidia e della bassezza morale) che sedeva dietro la cattedra di fronte a noi e che era chiamata a giudicare. Princìpio totalmente opposto è quello su cui si basa la stesura dei miei pensieri in questo luogo astratto quanto tangibile, confidando in questo ritengo che la descrizione che ne traspare di me stessa potrà supplire ad ogni eventuale fraintendimento possibile. Io so sentire le persone. Io so comprare regali adeguati. Io vorrei incontrare un'altra me a volte lungo il mio cammino. Durante il percorso universitario un professore di pedagogia un giorno disse che sarebbe terribile doversi raffrontare con qualcuno identico a noi, sapremmo già i suoi difetti e ci apparirebbero insopportabili, sapremmo cosa vuole dire prima che apra bocca, ci verrebbe voglia di cambiare strada non appena la vista lo scorgesse dietro una curva. Ricordo perfettamente le sue parole e soprattutto il mio stato d'animo nell'ascoltarle, il pensiero che mi attraversò la mente, completamente opposto a quanto da lui affermato. Non voglio dire che l'ambizione massima di uan persona debba essere incontrare un proprio sosia, ci mancherebbe altro, una propria fotocopia, ma ci sono delle caratteristiche in me che spesso dono agli altri senza riuscire ad avere in cambio lo stesso livello di attenzione, e non perchè magari non vi sia interesse, ma proprio per diversità, incomunicabilità, cecità, e tutte le "tà" possibili immaginabili. A volte mi domando se se sono io ad avere aspettative troppo alte, magari dovrei abbassare i miei canoni di riferimento, ma è troppo chiedere solo di essere ricambiati con la stessa moneta? Comprare un regalo a una persona sembra la cosa più scontata del mondo. Pensando a un regalo riecheggiano nella mente frasi fatte che ormai fanno parte del nostro immaginario inevitabilmente, "un regalo è un regalo, va bene tutto!" Ma nemmeno per sogno! Ma cosa? Se una persona che mi conosce profondamente, o che dovrebbe quantomeno conoscermi, che condivide con me la quotidianeità mi dona qualcosa che non mi rispecchia, non mi appartiene, non mi rappresenta, io mi creo dubbi e domande su quanto questa persona mi conosca e quanto sia vicino a me per quello che sono realmente o per ciò che erroneamente reputa io sia. Sentire qualcuno a pelle è un dono, e come tutti i doni è un'arma a doppio taglio con i suoi aspetti positivi e negativi, i suoi privilegi e le sue ripercussioni. Molte volte nella vita mi sono ritrovata a prendere atto del fatto che quel dono non è cosa comune a tutti, così ricorri a segnali più concreti, più tangibili, alla parola, con tutte le difficoltà che questa comporta. Ma ci sono cose che non si possono spiegare e come dice Guccini in molte situazioni "è difficile spiegare, è difficile capire se non hai capito già." Vorrei essere più semplice e non sentirmi ferita dalla difficoltà nell'ascoltare che si incontra spesso nella propria vita da parte di chi non sa accogliere il dono delle parole altrui. Non parlo di impossibilità, in questo caso non ne parlerei come un dono che sia ha o meno, ma proprio dell'indifferenza che caratterizza a volte le persone. E' da accettare passivamente la sensazione che quando l'argomento passa dal diretto interessato all'interlutore l'atteggiamento cambi e la persona diventi tirchia persino di parole? Parole spesso anche scadenti che devono essere addirittura elemosinate ... mi dispiace dirlo, ma che tristezza immensa! Ma è così complicato ascoltare qualcuno e ricambiarlo di parole adeguate e di empatìa? Non sono mai stata una persona atletica, ma non nel senso dello sport, diciamo che se devo salire una salita o intraprendere una discesa la prima immagine che mi viene in mente è quella di me che allungo una mano per trovare qualcuno che mi aiuti! Questo per me è un esempio di complicatezza! Complicato è quando il computer da i numeri e aprendo lo sportelletto degli ingranaggi ho la stessa reazione di quando la macchina va in panne e guardo il motore fumare: non ci capisco un tubo! Complicato può essere quando lo stipendio non basta a fine mese e si ha una famiglia da mandare avanti e il padrone di casa bussa alla porta, questo è complicato! Ma ascoltare qualcuno che ci offre di condividere qualcosa di sè non è complicato, è un dono, è impagnativo, è coinvolgente, ma non complicato nè tantomeno disabilitante! A tutte quelle orecchie tappate e quelle bocche monosillabiche, che non sia vero che gli opposti si attraggono e che la stessa moneta ripaghi tale mercè!

Vorrei Ma Non Posso


L'esperimento dei tre topi mi è sempre sembrato uno specchio del nostro essere. Prendi tre topi in tre gabbiette diverse all'interno delle quali poni degli ostacoli che il topo deve superare per poter raggiungere il suo pezzetto di formaggio. Al primo dopo un pò viene tolta la ricompensa alla fine del percorso, il topo dopo alcuni tentativi smetterà di impegnarsi nella ricerca del formaggio. All'altro verrà garantita ogni volta una bella razione, il topo alla fine si stancherà e farà provviggione senza più intraprendere il percorso. Infine al terzo dopo verrà garantita la ricompensa una volta si e una volta no, questo topo svilupperà il desiderio dell'attesa, del proibito, affronterà sempre il percorso per verificare se alla fine di questo riuscirà ad ottenere il formaggio desiderato. Queste dimostrazioni mi fanno pensare spesso che non vi sia una diversità poi così abbissale tra l'uomo e gli animali! A volte ritengo sia estremamente vero che una vena di proibizionismo renda più appetibile quello che vorremmo ma non possiamo avere con semplicità. Sarà masochismo o solo la normale conseguenza di un meccanismo legato al desiderio? Non saprei, ma è sicuramente un concetto applicabile a numerose situazioni, dalle più elementari a quelle più vicine ai sentimenti: appena decidi di intraprendere una dieta o comunque un regime alimentare più regolare, qualsiasi alimento che prima nemmeno ti sognavi di assaggiare diventa delizioso e meravigliosamente adatto a quello spuntino che hai iniziato a negarti! Zuppe di verdure, minestroni, mele cotte e crude, un pacchetto di crackers, diventano piatti prelibati di fronte alla restrizione. Quando sei sotto esame o devi preparare un lavoro che ti pesa qualsiasi trasmissione in televisione che prima non avevi notato neanche scritta sul televideo ti sembra interessante, divertente e di intrattenimento. Nei sentimenti poi, la persona meno raggiungibile o già impegnata ha sempre quel qualcosa in più rispetto a ciò che potremmo avere con più facilità. Non voglio assolutamente affermare che sia questo l'unico metro per cui si sceglie ciò che vogliamo, ma ritengo che molte volte sia inevitabile affermare che il proibizionismo stimola il nostro desiderio. Sarà forse secondo questa logica che essendo cresciuta in un luogo dalla mentalità a dir poco ristretta in cui se non appari non sei, in cui le amicizie non sono qualcosa di profondo che nasce da sè ma qualcosa che si deve avere, meglio se con dimostrazioni plateali, in cui la filosofia del capodanno/ferragosto/pasquetta/carnevale e tutte le altre feste che odio vige per tutti i giorni dell'anno, ovvero il "ci si deve divertire e uscire", e tutto quello che non rientra in certi canoni non è da considerarsi divertimento, soprattutto per una persona giovane, sarà penso per questo che io questa esigenza non ce l'ho e non faccio che contare i giorni, da sempre, del momento in cui riuscirò a crearmi una vita lontano da qua! Questa cosa è la mia mancanza d'aria e la mia luce fuori dal tunnel allo stesso tempo. A volte penso che se tante cose mi fossero state negate forse adesso le desidererei di più, ma ritengo che così come il proibire abbia un'influenza su ciò che vogliamo, anche il rendere obbligo quello che dovrebbe essere spontaneo e naturale e soprattutto diverso da persona a persona condiziona molto e storce la percezione delle cose normali e naturali, o che almeno dovrebbero essere così nel loro corso. Si pensa a volte che le aspettative che possono abbattere una persona riguardino necessariamente cose pesanti, ma non ci si rende conto di come le ferite quotidiane e impercettibili siano le più difficili da cicratizzare e da rimarginare del tutto.

Le Piccole Cose!



Caspita quanto ci vuole poco per far sentire meglio una persona e per provare un pò di felicità!
Quello che fa male è che vi voglia ancora meno per distruggere tutto in un attimo, è verissimo, ma quello che provo in questo momento è l'emozione di quanto basti un niente per una ariata di serenità, con tutte le paure di precarietà del caso, ma pur sempre una ventata positiva!
Mi mangio le caramelle da poco acquistate e anche il mal di pancia conseguente magari sarà più zuccheroso a limite! ;-)

Ricordi


A volte vorrei che i ricordi avessero un valore unico ed oggettivo per tutti, un peso rilevabile da tutte le parti che lo compongono e che lo hanno visto o vissuto, vorrei che non ci fossero troppe sfumature ma un solo colore che rispecchi la realtà dei fatti per quello che sono o che sono stati. Lo so è un pensiero triste e se lo leggessi da spettatrice non potrei probabilmente fermare le mie mani dalla voglia di scrivere che invece no, la bellezza in ciò che viviamo è nascosta proprio nel valore che le diamo! E' vero è così, ma ci sono delle volte in cui mi sento così diversa nel modo di recepire gli eventi sulla mia pelle, quasi come se mi scalfissero di più, e non dico solo in senso negativo, anzi, ma anche dare un valore eccelso ad un ricordo bello e vederlo svendere da altri può ferire quanto un'immagine passata negativa in fondo! E' così difficile in fondo ascoltare gli altri e portare con sè il ricordo e l'eco di quanto detto? A volte mi rendo conto che ci si è così abituati a dare per scontato che i nostri interlocutori, chiunque essi siano, diano un valore limitato alle parole proferite, che non si trova più negativo che qualcuno abbia già dimenticato, quanto piuttosto al limite ridicolo che qualcun altro ricordi! Come se quest'ultimo avesse bisogno delle vite degli altri per riempire la propria ... ma perchè non è dei rapporti con il mondo che è fatta la nostra esistenza e non è l'assenza di questi che fa sentire di non vivere nel modo giusto? Sono confusa. Sono intristita e forse da troppo tempo alla ricerca di qualcuno che viva uno stesso identico istante insieme a me percependolo nel mio stesso modo. Ci sono cose che faranno sempre parte di me, non lo so se torneranno e quello che più mi spaventa è che non so se smetterò mai di desiderare che tornino, ma in questo momento sono cibo per la mia mente, la mia nutrizione e il mio veleno allo stesso tempo.