giovedì 31 dicembre 2009

Calamita


C. ha 30 anni, arrivato a questa vereconda età contro le aspettative di tutti, vive con i genitori anziani e ha imparato ormai ad essere autonomo per un sacco di cose davvero: rifare il letto, sparecchiare la tavola, lavare i piatti, pulire per terra, aggiustare la coperta del letto, piegare l'unica tuta che accetta di utilizzare come pigiama, ripulire il bagno dopo averlo usato così da permettere a chi viene dopo di farne uso senza problemi. Ha imparato ad usare la televisione, lo stereo e il lettore dvd. Sa allacciarsi le scarpe da solo, sa attraversare la strada al semaforo, sa salire sul pulman che lo riporta a casa. Non ama molto disegnare, adora invece ballare. C. ha dei profondi occhi scuri e dei folti capelli neri. C. non ama il contatto con le persone, si avvicina solo quando vuole lui e come dice lui. E' affettuoso, spiritoso, divertente e quando non c'è se ne sente fortemente la mancanza. C. ha una forma di psicosi detta sindrome della x fragile. C. adora i film e ha una collezione di dvd da fare invidia a Blockbuster! Quando C. guarda un film rimane colpito principalmente da determinate cose: le scarpe, le calze, i capelli, le sigarette, le porte. E questa è solo una delle tantissime cose che rende C. molto meno "diverso" di quanto l'ignoranza di tanti primi della classe vorrebbero invece farlo sentire. Ognuno di noi, consapevolmente o meno, in ogni circostanza della propra vita, rimane colpito da qualcosa che per svariate ragioni sente vicino al proprio mondo. Quante e quali possano essere queste cose non ci è dato saperlo, se non nel momento stesso in cui suscitano in noi un'emozione. Quanti siano i prodotti tra televisione e cinema che possono avere come unico scopo quello di accarezzare la parte più infantile e adolescenziale del nostro essere è impossibile a dirsi vista la prolifica produzione. La linea di demarcazione della demenzialità è sempre meno spessa, non voglio comunque dilungarmi in una scontata arringa contro i programmi spazzatura, ritengo infatti che tutto possa essere visto e valutato, l'importante è farlo con senso critico e con la mente sempre aperta, aperta in modo attivo e non aperta per essere riempita. I telefilm adolescenziali penso che non mi stuferanno neppure tra vent'anni! E che ci posso fare?! Suona la sveglia, lei si alza, indossa un pigiama in seta con le spalline (che ti fa nascere il senso di colpa per il pigiamone in pile con gli orsacchiotti che indossi tu fino a primavera!) si reca in bagno e pettina i capelli che ovviamente sono già composti e setosi, apre la doccia e dopo pochissimo è già pronta per il trucco (niente ore di fono, vetri appannati, piastre che fumano), con un tocco di rimmel e fondotinta ha un trucco da favola che resterà così tutto il giorno, indossa un vestitino carinissimo (che tu vedendonolo non riesci a pensare a nessuna occasione su questo pianeta che ti consentirebbe di indossarlo senza dare nell'occhio o essere derisa) prende la macchina e arriva a lavoro o a scuola, all'università, non è importante. Arrivata raggiunge la sua comitiva di circa dieci persone, tra queste ovviamente il più figo è il suo ragazzo. Pranzano insieme con un sandwich (così calorico che ti domandi come possa il vestito non strapparglisi al primo morso). Il pomeriggio di solito sembra durare quella ventina di ore per cui lei riesce a: studiare, uscire con le amiche, preparare la cena per la sua famiglia, curarsi e farsi bella. La sera telefonata romantica e poi a letto. Chi sta pensando "E quindi? cosa vorresti dimostrare che i telefilm stampo americano non rispecchiano la realtà? che scoperta!" sbaglia di grosso. Non è questo il punto. Il punto è:cosa mi colpisce di tutto questo? Non le scarpe, i vestiti ... la tv, i telefilm sono fatti anche per sognare, sognare e non pensare che i capelli, il trucco non sono frutto di una ragazza ma di una troupe di truccatori, nè che i tempi non sono reali, sognare e immaginarsi in queste vesti ... e allora sogniamo ... che si spenga il cervello per un attimo ... che caschino gli scudi di difesa e che si dica: quello che mi colpisce di più di tutta questa immagine è la comitiva di amicizie che la ragazza raggiunge appena scesa dalla macchina. Le amiche che ci sono nei film e nei telefilm sono sempre meravigliose, di quelle che le chiami di notte e corrono e passano la nottata sul gradino davanti la porta di casa tua a parlare portando con sè gelato e birra, di quelle che se ti lasci col tuo ragazzo e sei nervosa e le mandi a quel paese ti piombano in casa con patatine e films perchè non potrebbero mai lasciarti sola quando sei triste, di quelle che ti accompagnano dal parrucchiere e fanno ore di fila con te, che ti suggeriscono sempre il vestito giusto, che non hanno mai impegni che non includano anche te, che ti mandano i messaggi per farti compagnia e ti fanno le telefonate, quelle amiche stile sex and the city: tacchi a spillo, uomini, locali, cibo, soldi, vestiti e un legame inossidabile, per sempre! Si sente spesso dire che oggi ormai internet non solo è parte integrante della vita delle persone ma spesso ne sostituisce quasi tristemente una parte, non raramente la parte dedita alla vita sociale. Non sta a me dire quanto questo avvenga nè se sia giusto o meno, ma si può affermare che queste persone non possono che guardare in modo sognante le scene da telefilm descritte sopra. Sono per ora contenta dell'equilibrio con cui virtuale e reale fanno parte della mia vita, ma sono altrettanto capace di empatìa verso quelle persone che incontrano spesso conoscenze non proprio idilliache, quelle che se devi fargli una telefonata devi prima prendere un appuntamento, che sono impegnatisssssime (e se poi le frequenti da vicino per un mesetto ti accorgi che non fanno niente di che e che sono solo disorganizzate e sole più di te) quelle che hanno sempre il cellulare o scarico, o in borsa o col credito a zero, una delle condizioni più irritanti al mondo! Quelle che poi un giorno di domenica quando sei a tavola con la tua famiglia e davvero potresti rispondere sono impegnata non disturbate, ti chiamano a casa (e ti domandi come abbiano fatto a ricordarsi il numero del tuo telefono fisso) per chiederti cose come "sono sulla strada statale 134 vicino ad un bivio nei pressi di una cittadina che confina con la città in cui si trova casa tua, ho il serbatoio al verde che ho dimenticato di fare benzina (per i troppi impegni dici nella tua testa) sai dove posso trovare un benzinaio che abbia però la benzina verde, senza piombo, per motore xxxhhykkk ultimo modello della sddvgjkio?" e quello che più di da fastidio in tutto questo non è lei, ma sei tu, perchè ti ha trovata, disponibile e subito reperibile, cosa che a te con lei non capita mai! Carrie Bradshaw questa gente non la incontra mai!!!!!!!! Mi domando allora, perchè C. viene colpito dalle scarpe, le calze, i capelli, le sigarette, e le porte quando guarda un film? Perchè sono forse spunti di cose che ritrova nella sua vita reale e che gli permettono di spaziare con la fantasia? Perchè fa un uso molto più intelligente del mezzo cinematografico e televisivo di quanto non ne facciano la maggior parte delle persone: sogna. E il sogno compensa le mancanze della nostra vita quotidiana. Quella vita in cui, in una folla di qualsiasi tipo, si ha la capacità di attirare a sè, come una calamita, proprio quelle persone che potranno con la loro presenza alimentare il seme dell'assenza e ci porteranno a sognare davanti a uno schermo un rapporto di complicità e amicizia vera talmente raro da accarezzare la parte più adolescenziale di ognuno di noi.

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